Somma Vesuviana: ecoballe destinate a un sito da recuperare.

Nella stessa area bonifica e rifiuti.

Il Commissariato alle Bonifiche dispone il recupero di un'area e quello ai rifiuti decide di metterci le ecoballe
9 marzo 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Per la Regione Campania è un sito potenzialmente inquinato, da bonificare, come tale inserito nel piano elaborato il 3 marzo 2005. Una di quelle aree a rischio dalla quale la Jacorossi o la Recam dovrebbero quanto prima portare via veleni pericolosi per l'ambiente e per l'uomo. Per il commissario all'emergenza rifiuti, Gianni De Gennaro, invece, quel terreno (sempre lo stesso) va destinato allo stoccaggio provvisorio delle ecoballe. Ha già firmato due ordinanze. La prima, numero 97, che requisisce il sito. La seconda, numero 99, che assegna per affidamento diretto alla ditta Perna il compito di allestire il deposito per i cubi di spazzatura impacchettata prodotti dai tritovagliatori campani.
Al centro della contesa istituzionale, rivelatrice di quanto in materia di rifiuti e di bonifiche il caos regni sovrano nei palazzi istituzionali e la mano destra non sappia cosa faccia la sinistra, Cupa Minardi, nel comune di Somma Vesuviana. Una zona a al confine con il comune di Marigliano, dove è stata allestita anche un'altra discarica di ecoballe - all'interno del depuratore - che da domani comincerà ad accogliere il materiale prodotto dagli ex Cdr. La storia di Cupa Minardi è piuttosto travagliata e questo spiega anche perché l'area sia stata inserita a pieno titolo tra i siti potenzialmente inquinati. Era una cava, ma è stata adibita per anni a discarica, gestita dalla società Ecologia Campania s.a.s. Sede a Napoli, in via G. Porzio, al Centro Direzionale, Ecologia Campania ha come legale rappresentante Vincenzo Granato. Nel 2005 un incendio di probabile origine dolosa riduce l'immondizia accumulata a Cupa Minardi in una poltiglia informe. I vigili del fuoco impiegano circa 2 giorni a domare le fiamme. Da quell'incendio si può ipotizzare che si siano sprigionati quantitativi di diossina tutt'altro che trascurabili e che abbiano avvelenato i campi tutto intorno a Cupa Minardi. Di qui l'inserimento del sito tra quelli potenzialmente inquinati censiti nell'ambito del piano bonifiche redatto a marzo 2005 da palazzo Santa Lucia. Un piano ancora in gran parte inattuato. Ora, invece della bonifica prevista per legge, attesa e necessaria, arriveranno le ecoballe. Il 27 febbraio 2008 il Prefetto De Gennaro sigla infatti l'ordinanza numero 97. Recita: «Rilevato che è stata individuata nel comune di Somma Vesuviana un'area di proprietà della Ecologia Campania sas ove, previo parere favorevole dell'Arpac e dell'Asl, potrebbe essere allestito un sito di stoccaggio preliminare di balle di rifiuto (…) considerato che, stante la necessità di scongiurare la paralisi degli impianti di Cdr, risulta indispensabile utilizzare la predetta area per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti confezionati in balle (…) si dispone la requisizione fino al 30 aprile 2008». La gestione sarà affidata al consorzio Napoli 3.
Neppure il tempo di siglare il provvedimento che i funzionari dell'area tecnico impiantistica del Commissariato propongono pure la ditta alla quale affidare i lavori: Perna Ecologia srl la quale, recita l'ordinanza numero 99 di De Gennaro, «ha offerto la disponibilità a realizzare il deposito delle ecoballe applicando il 13,50% di ribasso sul prezziario della regione Campania». E' la stessa società che a Marigliano, in via Ponte delle Tavole, area agricola secondo il piano regolatore, ha recentemente ottenuto da palazzo Santa Lucia - Settore Tutela dell'Ambiente - l'autorizzazione a riaprire un impianto di stoccaggio provvisorio di rifiuti, per almeno 3 mesi. Realizzeranno dunque anche il sito delle ecoballe, dove invece avrebbe dovuto essere compiuta una radicale bonifica. «Eppure — ricorda Nunzia Lombardi, del Comitato per la tutela della salute — l'ex Commissario Catenacci aveva proposto di vietare la realizzazione di siti di stoccaggio e di discariche in aree già interessate dagli incendi. Una strategia, la sua, per scongiurare i malintenzionati i quali, a volte, bruciano i rifiuti accatastati per guadagnare spazi da adibire di nuovo a sversatoi ».

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