Biùtiful cauntri, il dramma dei rifiuti tossici va al cinema

4 marzo 2008 - Costanza Alvaro
Fonte: Panorama

Una immagine tratta dal film "Biùtiful cauntri" Davanti alla discarica: “Ve ne dovete andare, qui non potete filmare, è privato”. “Ah sì, e di chi?”. “Dello Stato”. Se fosse una battuta, sarebbe la più bella del film. Ma non è una battuta e non è neanche un film. Biùtiful cauntri è il documentario che Esmeralda Calabria, Andrea D’ambrosio e Peppe Ruggiero hanno girato in quella Campania che ha già agghiacciato il mondo intero con le sue immagini di rifiuti accumulati in città e con i suoi cittadini che protestano, fanno barricate e bloccano strade e ferrovie.
A quelle già viste e già sentite Biùtiful cauntri aggiunge altre immagini e altre voci: quelle degli scarichi abusivi di rifiuti pericolosi da parte dell’Italia industrializzata e quelle del contadino che vede crescere una sterminata distesa di ecoballe a due metri dal suo campo di fragole. E poi le voci della famiglia che raccoglie da terra gli agnellini che muoiono ogni giorno ed è costretta a sopprimere il gregge, unica fonte di guadagno, perché è tutto contaminato da diossina.
Lo scenario che si profila è apocalittico, è quello della distruzione sistematica di un territorio, le cui terre e le cui acque sono intrise di fanghi tossici.
Eppure, raccontano i documentaristi, l’Italia sembra essersene accorta solo dopo le rivolte di Pianura: prima di allora solo troupes giapponesi, tedesche, inglesi, andavano lì a filmare. C’è chi dice che è la Chernobyl italiana, ma non è scoppiata all’improvviso. Biùtiful cauntri uscirà nelle sale il 7 marzo, e nascerà contemporaneamente anche il sito biutifulcauntri.it. Perché, oltre alle ferite, si riapra anche il dibattito.

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