Depuratore Cuma, nuovo caso condannati i vecchi gestori
«Il depuratore di Cuma è un mostro che inquina». Era il 1998 e il Mattino iniziava così un reportage sui problemi causati dall’impianto di smaltimento che oggi, a undici anni di distanza, resta al centro di polemiche sul rischio ambientale. Nel 1998, però, la gestione era affidata alla ditta Pianese e in queste ore, con singolare coincidenza di tempi con il blocco dell’impianto, è stata depositata una sentenza relativa all’inquinamento provocato in passato. Una condanna per il dolo nella gestione dell’impianto e il procurato inquinamento. Ad essere condannati sono i legali rappresentanti della Pianese, per loro non solo un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) ma anche un dissequestro di 250mila euro a titolo di cauzione a favore della Regione e il risarcimento dei danni (da stabilire e quantificare in sede di procedimento civile) in favore delle parti civili. Nella sezione distaccata di Pozzuoli del tribunale di Napoli c’è, quindi, la sentenza di condanna per Ferdinando Bosone e Guido Cucciardi, legali rappresentanti della ditta Pianese contro cui si costituirono parti civili la Regione, la Provincia e il Comune di Pozzuoli. Il processo ha avuto origine da denunce cittadini per cattivo funzionamento del depuratore. I due pm Noviello e Chiaramonte hanno istruito il procedimento affidando a diversi tecnici le consulenze. Nel 2001 c’era già stato un sequestro preventivo per diverse anomalie del ciclo di trattamento dei fanghi che non erano affatto da ritenersi episodici o straordinari ma anzi si ripetevano costantemente. Alla base c’era l’inerzia dei responsabili per episodi quali la mancata manutenzione delle griglie che «risultavano in avanzato stato di corrosione» o, ancora, all’assenza di interventi necessari in fase di sollevamento e dissabbiaggio. Senza contare il mancato funzionamento di nove vasche su quattordici. Un dato che fa sorridere pensando che oggi funzionano due vasche sulle famose quattordici. Queste disfunzioni riscontrate nel passato, secondo il giudice, non potevano non essere note al gestore, quindi lo stesso giudice imputa ai gestori comportamenti omissivi che hanno portato al deterioramento delle strutture e dei macchinari oltre all’inquinamento del litorale di Cuma. Un precedente importante perché, proprio in queste ore, il sindaco di Pozzuoli si è già detto pronto a costituirsi parte civile contro chi ha provocato l’inquinamento del mare di questi giorni. «La vergognosa situazione che si è venuta a creare sul litorale domizio-flegreo - ha spiegato il presidente della Procincia, Luigi Cesaro - a causa della cattiva gestione dei depuratori, non è degna di un paese civile». Annunciato un vertice con i sindaci dei Comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Giugliano, e i rappresentanti dei balneari e delle associazioni ambientaliste.