«Il mostro di Acerra sarà sempre il nostro nemico»

14 novembre 2007 - Angelo Agrippa
Fonte: Coriere del Mezzogiorno

Qui lo chiamano «il mostro». È il monumentale camino a tre canne che come un organo barocco svetta ad oltre centodieci metri dal suolo su immensi panettoni di rifiuti stoccati poco più in là, sull'ex stabilimento della Montefibre (altra temutissima presenza inquinante del recente passato) e su quel che resta della campagna circostante, coltivata a broccoli e lattuga, ma soprattutto nutrita dall'olezzo che vaga per l'aria, spessa come torrone, e ossessivamente aggredita da mosche.
È l'impianto di termovalorizzazione che, dopo vari rinvii (e un appalto di oltre 200 milioni di euro) avrebbe dovuto entrare in funzione in questi giorni e che probabilmente non brucerà rifiuti (in verità dovrebbe bruciare cdr compatibile, un prodotto diverso dalle attuali ecoballe) neanche da qui ad un anno, benché fiero delle sue tre linee di forno-caldaia che dovranno, per utilità economica, operare contestualmente e in parallelo, delle quali ognuna in grado di bruciare 27 tonnellate di Cdr all'ora.
Ieri, il prefetto Alessandro Pansa ha annunciato che sarà formalizzata «entro il prossimo 20 novembre una lettera di intenti per l'affidamento della gestione ad una nuova società del termovalorizzatore di Acerra» e «per la fine dell'anno verrà anche pubblicato il bando per il completamento dei lavori, pari al 15% del totale»; tuttavia, «un nodo in più è rappresentato dall'entrata in funzione dell'impianto, dato che l'abolizione del beneficio economico collegato alle energie rinnovabili», che va sotto la criptica definizione di Cip 6 (dalla delibera del Comitato interministeriale prezzi del '99, di cui, non si sa perché, beneficiano anche gli inceneritori), potrebbe ridurre i margini di convenienza inseguiti dai possibili acquirenti. Da quando la magistratura napoletana ha sequestrato crediti e anticipi per 750 milioni di euro all'Impregilo (del cui gruppo fa parte Fibe) nell'ambito dell'inchiesta sul ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania, i dipendenti delle aziende impegnate in subappalto nel cantiere di Acerra vengono ridotti di numero di giorno in giorno. «Del resto — commenta un addetto della MP Pagliuca di Napoli, incaricata della verniciatura — è anche comprensibile: noi siamo dipendenti di una grande società che, fortunatamente, riesce a far fronte agli impegni per i suoi operai. Ma tante altre ditte sono costrette a lasciare in cantiere uno o due addetti, spostando i lavoratori altrove, dove il committente paga e non ci sono gli sciopero a singhiozzo dei lavoratori lcoali». Sì, perché a rallentare i tempi si aggiungono anche le proteste di una ventina di operai acerrani, i quali chiedono di essere assorbiti in organico una volta completato il termovalorizzatore. Insomma, è una danza da psicodramma quella che ruota intorno al sarcofago e alle lunghe canne dell'impianto: totem finora dileggiato e osteggiato, ma che sta diventando anche speranza occupazionale. Eppure, sopravvive più di una semplice traccia dello spirito battagliero che in quel torrido 29 agosto del 2004 infiammò gli animi dei cittadini fino a spingerli a fronteggiare le forze dell'ordine per difendere il territorio dalla presenza del ‘‘mostro''. «Abbiamo anticipato Beppe Grillo di qualche anno — ricorda orgoglioso l'assessore all'ecologia Andrea Piatto, Verde ‘‘pentito'' — poiché capimmo sulla nostra pelle che dietro la vicenda dei rifiuti si avviava un processo di contrazione della democrazia. È giusto che il sindaco di Salerno Enzo De Luca realizzi il termovalorizzatore, come ha dichiarato. È altrettanto giusto, però, che una comunità come la nostra che continua ad opporsi all'inceneritore venga ascoltata. Bassolino amava ripetere che i rifiuti non hanno colore. Non è così, sono le soluzioni che non dovrebbero avere colore politico. Qui ad Acerra, sul tema ambientale, il consiglio comunale negli anni ha prodotto ricorsi e ordini del giorno sempre all'unanimità. Tra destra e sinistra non c'è mai stata diversità di posizione.
La verità è che la termovalorizzazione non è l'unica soluzione. Occorre puntare sull'aumento di raccolta differenziata. I poteri commissariali dovrebbero essere impiegati per realizzare impianti intermedi, come quelli di compostaggio. Noi, per ottenere le autorizzazioni per l'isola ecologica abbiamo dovuto attendere sei lunghi anni. Tuttavia, non si sa perché se il commissariato deve aprire la discarica di Terzigno lo fa in pochi giorni». Una volta che il termovalorizzatore andrà in funzione, all'amministrazione comunale di Acerra rimarrà il vecchio indennizzo di ristoro: 10 delle vecchie lire per ogni chilogrammo di Cdr. «Ho scommesso — confessa l'assessore all'ecologia — che l'inceneritore sarà attivo non prima delle elezioni amministrative del giugno 2009. La fase di commissing prevista, vale a dire di condivisione e di verifica tra costruttore e nuovo gestore dell'impianto, allungherà di parecchio il tempo. Non ci sarà neanche un vero beneficio dalla produzione di energia, dato che non si prevede il recupero del vapore e l'energia impiegata sarà superiore a quella prodotta». Intanto, l'amministrazione pre-grillina di Acerra, benché anticipatrice di lotte a difesa dell'ambiente, non è riuscita a incrementare la differenziata, a causa — dicono — di vecchi contratti d'appalto che avrebbero indotto a procedere per affidamenti temporanei. «Ora — conclude Piatto — con il Conai rinnoveremo il servizio e in due anni punteremo al 44 per cento di differenziata. Saremo il primo comune campano al di sopra dei 50 mila abitanti a raggiungere queste vette». Anche il presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano, di Rifondazione, spera nella giustizia del tempo: «La prima delle tre linee dell'impianto di Acerra — calcola — non è ancora pronta. Forse, i lavori saranno completati per la prossima primavera. Occorrerà qualche mese per le prove e le verifiche. E volendo essere ottimisti, il termovalorizzatore di Acerra sarà in funzione non prima della fine del 2008. Inoltre, sono state imposte ventisette prescrizioni e adeguamenti. Alla fine, avremo un impianto vecchio di dieci anni; e non capisco per quale motivo si debba insistere per realizzarne un altro simile a Santa Maria la Fossa, quando Salerno si è candidata a ospitarne uno tutto suo. È pura follia continuare ad accettare il ‘‘ferro vecchio'' di Impregilo. I danni? Dal 1 gennaio prossimo si incominceranno a vedere le prime pesanti conseguenze economiche sui cittadini, giacché si dovrà coprire l'intero costo dello smaltimento. E poi, se verrà confermata in Senato la cancellazione degli Ato, il problema rifiuti sarà appannaggio delle Province che dovranno coordinarsi con i comuni. Abbatteremo, così, i costi provenienti dai tanti cda e amministratori delegati che non esisteranno più. Certo, c'è il problema degli lsu, ma se non ci sarà il modo di impegnarli nella differenziata occorrerà assumere altri addetti in grado di farla». Il sindaco di Acerra ama ricordare quando, anni fa, ebbe uno scambio (decisivo) di informazioni con il direttore dei lavori dell'inceneritore di Bolzano: «Mi spiegò che sull'impianto, costruito nel '94, avevano applicato un filtro catalitico con il sistema di garanzia denox per le emissioni. Ad Acerra, per un impianto progettato nel '98, era stato, invece, previsto un semplice filtro a canne. Abbiamo lottato perché ottenessimo anche noi un filtro catalitico. Alla fine ci siamo riusciti. Il filtro è stato acquistato per 35 milioni di euro. Ma mi chiedo: perché ciò che al Nord è previsto di diritto, qui deve essere oggetto di lotta e di rivendicazione? ». Al Comune di Acerra preferiscono, comunque, far parlare le relazioni dei tecnici ingaggiati per sostenere in giudizio, a più riprese, l'ostinata contrarietà al termovalorizzatore. «Non va dimenticato — scrivono Marco Caldiroli e Francesco Francisci del Centro per la Salute ‘‘Giulio A. Maccacaro'' di Castellanza in una relazione — che gli impianti per la produzione di Cdr realizzati in Campania (e in altre parti d'Italia), in quanto finalizzati a estrarre la frazione combustibile contenuta nei rifiuti alimentati, sono basati su tecnologie di separazione grossolana. Non occorre svolgere ulteriori calcoli, limitandoci alla provincia di Napoli, per notare come con l'applicazione del ciclo integrato così come strutturato in Campania e contestualmente dall'attuazione di quanto richiesto nelle ordinanze ministeriali ci sarebbe qualche difficoltà ad ottenere da 651.000 tonnellate una quantità di Cdr conforme pari a 609.000 tonnellate per alimentare adeguatamente l'inceneritore di Acerra(...). Se un territorio presenta criticità ambientali, come nel nostro caso, gli enti preposti (su alcuni aspetti la stessa struttura commissariale) hanno il compito di attuare una rigorosa bonifica nonché di intervenire sulle fonti e sulle cause della contaminazione. Un eloquente e risibile esempio in quest'ultimo senso è l'importanza data dalla struttura commissariale ai progettati ‘‘passaggi a livello'' che, abbassando le emissioni connesse al traffico autoveicolare, compenserebbero adeguatamente gli impatti connessi alle emissioni all'atmosfera dell'inceneritore. Essendo le caratteristiche degli inquinanti emessi da un inceneritore solo parzialmente paragonabili a quelli nei gas di combustione di autoveicoli, ricordiamo che l'inceneritore determinerà un incremento del traffico veicolare se non altro per il trasporto del Cdr e dei reagenti all'impianto, e per l'allontanamento delle scorie e delle ceneri. Un totale giornaliero che Fibe SpA ha stimato in 75 automezzi pesanti, ognuno con almeno 5 km di itinerario in comune di Acerra». Sull'inquinamento prodotto dall'attività del termovalorizzatore, Bruno Rindone, docente di Chimica Organica all'Università di Milano Bicocca, e Marco Caldiroli, tecnico della prevenzione dell'ambiente, ammoniscono: «La postazione di Pantano, ovvero il sito stesso dell'inceneritore, può essere considerata rappresentativa del punto di massima ricaduta secondo la società Fibe, ovvero le zone agricole verso l'abitato di Cancello (in considerazione della rosa dei venti di Capodichino che vede come direzione più frequente dei venti la direzione Nord, Est e Nord Est, verso l'abitato di Cancello, seguita da quelle speculari Sud, Sud-Ovest e Sud, ovvero verso l'abitato di Acerra».
Dunque, l'attività del termovalorizzatore interesserà non soltanto Acerra, ma tutto l'agglomerato dalle pendici del Monte Somma al versante casertano della Valle di Suessola. «Dovrà pur finire il tempo del commissario — concludono gli amministratori comunali acerrani — e allora, con il ritorno della democrazia e della sovranità territoriale, faremo sentire il nostro fiato sul collo a chiunque proverà ancora a difendere il ‘‘mostro''».

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