Colonna di fumo nero, allarme diossina

Marcianise, va a fuoco deposito di gomma due piromani in fuga: si indaga per dolo
13 maggio 2009 - Franco Agrippa
Fonte: Il Mattino Caserta

Nube tossica nel casertano A dodici anni di distanza ritorna l’incubo della nube tossica. Nello stabilimento Ecorec, nell’area dell’Interporto Sud Europa di Marcianise, lo stesso posto dove nel 1997 andò a fuoco una montagna di pneumatici usati, dalle prime ore di ieri, intorno all’1.30, si è alzata una colonna di fumo nero sprigionata dalle fiamme di enormi cumuli di gomme di auto. L’area di proprietà, fino all’aprile dello scorso anno, dalla società Ecorec, specializzata nel riciclaggio e nello smaltimento di materiale di gomma, è stata assegnata, attraverso esproprio pubblico, all’Interporto Sud Europa. Fino alla notte scorsa, l’incendio non è stato spento del tutto dai vigili del fuoco di Caserta che hanno ricevuto rinforzi anche da Napoli e Benevento. Sul posto anche personale dell’Asl, forze dell’ordine e volontari della protezione civile di Marcianise. L’incendio è sicuramente di natura dolosa e, secondo quanto ha reso noto l’Interporto, potrebbe essere stato provocato da due persone che sono state viste allontanarsi in tutta fretta appena dopo che le fiamme si sono sprigionate. A notarli sono stati agenti addetti alla sicurezza dell’Ise. I due, prima di scappare, hanno abbandonato una moto senza targa e una borsa, ora al vaglio delle forze dell’ordine, facendo perdere le loro tracce nella vicina campagna. La struttura dove si è sviluppato l’incendio è situata nell’ex area industriale, «che - come sottolinea una nota dell’Interporto - a suo tempo al centro di un esproprio finalizzato all’area interportuale, di fatto è ancora sottoposta a una procedura di recupero ambientale in ragione del quale era stato autorizzato, dal Tribunale di Marcianise, un dissequestro provvisorio della detta area in attesa che i responsabili della Ecorec srl provvedessero al risanamento». Nel 2003 gli allevatori di bovini e ovini di Marcianise furono costretti ad abbattere oltre 3 mila capi di bestiame, perché il latte prodotto risultò contenere un tasso di diossina superiore a quanto stabilito dalla normativa. La presenza della diossina nel latte, secondo le autorità sanitarie, fu presumibilmente provocata dal foraggio prodotto nella zona, a causa soprattutto dei continui incendi di discariche e dello stesso deposito di pneumatici.

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