Dopo la denuncia, al lavoro squadre di netturbini per rimuore i sacchetti E il Comune alza il tiro

Microisole ecologiche, scatta la linea dura

Il sindaco De Luca indignato: impianti usati come discariche, se continua così li chiuderò
23 aprile 2009
Fonte: Il Mattino Salerno

I netturbini ieri mattina hanno cominciato a ripulire le aree intorno alle microisole ecologiche: con molta pazienza hanno rimosso i cumuli di sacchetti e i rifiuti variegati abbandonati nei pressi. Un lavoro aggiuntivo, imprevisto. Non disperato, speriamo. In effetti, poco dopo il passaggio degli operatori qualche bustaccia e altri scarti già comparivano alla base degli impianti. Capiranno i salernitani distratti che lì non bisogna depositare spazzatura? Potranno i responsabili del servizio organizzare lo svuotamento tempestivo e continuo dei contenitori seminterrati? A questo doppio interrogativo è legato il destino stesso dei nove impianti, attivati ufficialmente lunedì per raccogliere carta, vetro e plastica-alluminio: un ausilio alla raccolta differenziata. I materiali dovrebbero essere inseriti nelle vasche interne, mai lasciati all’esterno. Invece il fenomeno di ”sacchetto selvaggio”, che si era fatto notare già nelle scorse settimane, è esploso letteralmente nei primi giorni di funzionamento ufficiale. Brutta prospettiva, per un servizio avviato in forma sperimentale: il Comune ha chiarito anticipatamente che le microisole sarebbero state eliminate, se avessero causato la formazione di piccole discariche. Ieri il sindaco Vincenzo De Luca ha prospettato la soluzione drastica. A margine della cerimonia per i lavori in piazza Sant’Agostino, con un linguaggio magari colorito ma carico di disappunto, non ha tradito dubbi: «Queste isole ecologiche le distruggeremo. Non è possibile che per fare meglio si finisca per avere piccole discariche in città. Volevamo dare una risposta alle esigenze di alcuni, come se fossimo in Alto Adige, ma i cafoni sono inevitabili, dunque useremo il lanciafiamme e interreremo le microisole». L’ultima parola non è ancora detta, comunque. Anche perché l’investimento economico c’è stato e il test doveva durare un mese. In questo arco di tempo, se e quando la situazione si normalizzerà, sarà possibile ”registrare” l’attività delle strutture. A partire dagli svuotamenti. Nella fase iniziale, il Comune prevede di ritirare due volte a settimana ciascuna frazione merceologica, per un totale di sei passaggi dal lunedì al sabato. Se i salernitani dovessero dimostrare particolare ”interesse” per uno specifico materiale, però, il calendario potrebbe essere modificato di conseguenza, come ha chiarito Gerardo Calabrese, assessore comunale all’Ambiente. Nei primi giorni, per esempio, si è manifestata in particolare la presenza di carta e plastica. Il vetro, invece, è parso poco impegnativo (la città è piena di campane dedicate); perché, allora, non destinare quei contenitori alla raccolta di altri materiali? Al secco indifferenziato, per esempio, visto che dalla prossima settimana ci sarà un solo ritiro porta-a-porta? «Si può vedere», dice Calabrese, anch’egli un po’ deluso per il ”battesimo di fuoco” toccato alle microisole ecologiche. Certo il primo impatto si è rivelato sconfortante. E mica solo per i rifiuti accatastati. Un altro aspetto - non secondario - riguarda le automobili. Quelle parcheggiate davanti agli impianti ostacolano le manovre dell’automezzo addetto allo svuotamento. Tanto che, nelle prossimità, è stato istituito il divieto di sosta e di fermata. Sarà rispettato, almeno quello e almeno lì?

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