Tutte le spese della società mista sull’orlo del fallimento. Lo scorso anno erogati oltre 200 mila euro per consulenze

Ex Recam, 11 milioni in stipendi per dipendenti che non lavorano

Consulenze e assunzioni, prezzi da capogiro per affittare la sede ma anche per i camion e le auto. Sono i conti della società mista Recam: uno spaccato inquietante per un’azienda partecipata che è sull’orlo del disastro finanziario
31 marzo 2009 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Ha continuato ad assumere e concedere consulenze mentre già i bilanci erano in rosso, fino ad arrivare alla voragine record di 17 milioni. La ex Recam, neonata Astir, nel 2008 ha infatti speso poco meno di 280.000 euro per l’affitto e 222.173 euro di consulenze. Suddivise, queste ultime, tra quelle tecniche (58.140 euro), fiscali (40.040 euro), legali (64.063 euro) e non meglio specificate (59.930 euro). Tanti consulenti non hanno peraltro evitato che i vertici dell’azienda rinvenissero l’insopprimibile esigenza di rivolgersi anche a un bel numero di collaboratori esterni.
Cda e compensi
Sempre nel 2008, infatti, il conto economico registra una spesa pari a 100.199 euro, sotto questa voce. Qualcosa in più — 106.605 euro — se ne è andata per i compensi ai consiglieri di amministrazione. Sessantamila euro sono stati pagati ai membri del collegio sindacale. Circa undici milioni l’ammontare complessivo per stipendi e salari. Le «spese telefoniche» hanno assorbito 52.072 euro, nel 2008. Nello stesso periodo, gli interessi di mora per sanzioni non pagate sono costati alla società della Regione Campania 899.521 euro e spiccioli. Tra le voci di spesa più consistenti, 598.419 euro per «smaltimento rifiuti speciali». È la somma che la società — nata nel 2003 dalla collaborazione della Regione Campania e di Italia Lavoro — ha pagato a terzi affinché provvedessero allo smaltimento dei rifiuti speciali. Quelli che i lavoratori della Recam non potevano trattare, non avendo la società mezzi ed attrezzature idonei a questo scopo, nonostante avesse anche stipulato una convenzione col Commissariato alle Bonifiche, per interventi nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano.
Auto e camion
Per il noleggio degli automezzi la ex Recam ha speso 82.241 euro nel 2008. Circa la metà per l’affitto delle auto. Se si passa dal particolare al generale, i numeri della situazione patrimoniale relativa allo scorso anno sono impietosi e raccontano il tracollo meglio di ogni altra parola. Totale attività: 7.541.599. Totale passività: 24.632.773. Perdita d’esercizio: 17.091.174. Qualora poi dalla sintesi dei numeri si vada alla lettura dei verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale negli ultimi due anni, si apprende che quello della Recam è stato un naufragio annunciato con largo anticipo.
Collegio sindacale
Scrivono per esempio, il 6 settembre 2007, Stefano Riccio, Franco Bucci e Franco Grimaldi, membri del collegio sindacale. «Ad oggi la società risulta avere debiti pregressi verso l’erario e la previdenza per circa 8.210.000 euro». Incalzano: «Recam inoltre risulta avere 500.000 euro di debiti nei confronti dei fornitori e una esposizione con le banche di circa 2 milioni di euro». Il che, tuttavia, non impedisce alla compagine, guidata all’epoca da Michele Raccuglia, di incrementare il numero dei dipendenti e dei consulenti. Erano 413 il 1 giugno 2007: 5 dirigenti, un quadro, 65 impiegati, 333 operai, una collaborazione continuativa a progetto, 8 contratti di prestazione d’opera. Tre mesi più tardi, il 1 settembre 2007, diventano 417: un operaio in meno, ma quattro collaboratori a progetto in più e un altro contratto di prestazione d’opera. Il 30 giugno 2008 salgono a 438, così divisi: 6 dirigenti, zero quadri, 75 impiegati, 347 operai, 3 Co.pro., 7 con contratto di prestazione d’opera. I debiti Inps, in quella stessa data, sono 5.354.388. Fin qui i conti in rosso. Il bilancio ambientale non è migliore. I 52 chilometri di Regi lagni affidati alla Recam continuano ad essere in gran parte una discarica a cielo aperto, complice la mancata sorveglianza del territorio, da parte dello Stato, per cui gli inquinatori tornano a sporcare anche i tratti ripuliti dagli operai. Le prime bonifiche nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano - affidate in gran parte alla Jacorossi spa e in misura minore alla Recam - partono solo ora.

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