Ex Recam, 11 milioni in stipendi per dipendenti che non lavorano
NAPOLI — Ha continuato ad assumere e concedere consulenze mentre già i bilanci erano in rosso, fino ad arrivare alla voragine record di 17 milioni. La ex Recam, neonata Astir, nel 2008 ha infatti speso poco meno di 280.000 euro per l’affitto e 222.173 euro di consulenze. Suddivise, queste ultime, tra quelle tecniche (58.140 euro), fiscali (40.040 euro), legali (64.063 euro) e non meglio specificate (59.930 euro). Tanti consulenti non hanno peraltro evitato che i vertici dell’azienda rinvenissero l’insopprimibile esigenza di rivolgersi anche a un bel numero di collaboratori esterni.
Cda e compensi
Sempre nel 2008, infatti, il conto economico registra una spesa pari a 100.199 euro, sotto questa voce. Qualcosa in più — 106.605 euro — se ne è andata per i compensi ai consiglieri di amministrazione. Sessantamila euro sono stati pagati ai membri del collegio sindacale. Circa undici milioni l’ammontare complessivo per stipendi e salari. Le «spese telefoniche» hanno assorbito 52.072 euro, nel 2008. Nello stesso periodo, gli interessi di mora per sanzioni non pagate sono costati alla società della Regione Campania 899.521 euro e spiccioli. Tra le voci di spesa più consistenti, 598.419 euro per «smaltimento rifiuti speciali». È la somma che la società — nata nel 2003 dalla collaborazione della Regione Campania e di Italia Lavoro — ha pagato a terzi affinché provvedessero allo smaltimento dei rifiuti speciali. Quelli che i lavoratori della Recam non potevano trattare, non avendo la società mezzi ed attrezzature idonei a questo scopo, nonostante avesse anche stipulato una convenzione col Commissariato alle Bonifiche, per interventi nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano.
Auto e camion
Per il noleggio degli automezzi la ex Recam ha speso 82.241 euro nel 2008. Circa la metà per l’affitto delle auto. Se si passa dal particolare al generale, i numeri della situazione patrimoniale relativa allo scorso anno sono impietosi e raccontano il tracollo meglio di ogni altra parola. Totale attività: 7.541.599. Totale passività: 24.632.773. Perdita d’esercizio: 17.091.174. Qualora poi dalla sintesi dei numeri si vada alla lettura dei verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale negli ultimi due anni, si apprende che quello della Recam è stato un naufragio annunciato con largo anticipo.
Collegio sindacale
Scrivono per esempio, il 6 settembre 2007, Stefano Riccio, Franco Bucci e Franco Grimaldi, membri del collegio sindacale. «Ad oggi la società risulta avere debiti pregressi verso l’erario e la previdenza per circa 8.210.000 euro». Incalzano: «Recam inoltre risulta avere 500.000 euro di debiti nei confronti dei fornitori e una esposizione con le banche di circa 2 milioni di euro». Il che, tuttavia, non impedisce alla compagine, guidata all’epoca da Michele Raccuglia, di incrementare il numero dei dipendenti e dei consulenti. Erano 413 il 1 giugno 2007: 5 dirigenti, un quadro, 65 impiegati, 333 operai, una collaborazione continuativa a progetto, 8 contratti di prestazione d’opera. Tre mesi più tardi, il 1 settembre 2007, diventano 417: un operaio in meno, ma quattro collaboratori a progetto in più e un altro contratto di prestazione d’opera. Il 30 giugno 2008 salgono a 438, così divisi: 6 dirigenti, zero quadri, 75 impiegati, 347 operai, 3 Co.pro., 7 con contratto di prestazione d’opera. I debiti Inps, in quella stessa data, sono 5.354.388. Fin qui i conti in rosso. Il bilancio ambientale non è migliore. I 52 chilometri di Regi lagni affidati alla Recam continuano ad essere in gran parte una discarica a cielo aperto, complice la mancata sorveglianza del territorio, da parte dello Stato, per cui gli inquinatori tornano a sporcare anche i tratti ripuliti dagli operai. Le prime bonifiche nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano - affidate in gran parte alla Jacorossi spa e in misura minore alla Recam - partono solo ora.