Napoli

«Nessun programma, Pd e Pdl sono uguali»

«Monnezza Day» di Beppe Grillo a Napoli. Il comico chiede scusa ai napoletani e li invita di nuovo a chiedere l'indipendenza da Roma
24 febbraio 2008 - Adriana Pollice
Fonte: Il Manifesto

Nessuna lista elettorale nel futuro di Beppe Grillo, visto l'orizzonte politico immediato: «Sono spariti i partiti, i programmi sono identici, non puoi votare i candidati, puoi solo scegliere tra lo Psiconano e Topo Gigio. Uno è senza i capelli e porta i tacchi, l'altro ha capelli e occhiali, per il resto sono identici». Uno vuole l'inceneritore e l'altro anche, uno vuole la Tav e l'altro pure, «uno si tiene stretto i suoi tre canali, l'altro preferisce governare lasciando i tre canali all'altro», sul raddoppio della base americana ad Aviano poi sono d'accordo. Tutta la classe politica nazionale e locale a casa, la salvezza secondo Grillo è nella democrazia della rete governata dai blog, dove formare ragazzi che rinnovino l'orizzonte nazionale tra quattro/cinque anni. Il programma condiviso si regge su elementi quali la lotta alla privatizzazione dell'acqua, le autostrade informatiche veloci, riutilizzo e riciclo spinto dei rifiuti, fonti energetiche rinnovabili, non inclusi i termovalorizzatori. Praticamente un'eresia visto il clima generale, visti cioè i programmi di approfondimento televisivi, dove si racconta com'è bello fare pic nic all'ombra del proprio impianto.
«Uno scienziato come Veronesi, che va in tv a raccontare che le emissioni di diossina dei termovalorizzatori sono zero, dovrebbe anche raccontare che la sua fondazione è finanziata dalla francese Veolia che i termovalorizzatori li costruisce - racconta Grillo - e quando ci informano che a Vienna ce ne sono tre nel centro abitato dovrebbero anche dirci che i viennesi sono incazzati neri». Una conferenza stampa cominciata con le scuse ai campani da parte di quell'Italia del nord che ama dipingere i napoletani come delle caricature, salvo poi inviare al sud illegalmente ogni genere di rifiuto tossico: «Fate come il Kosovo, staccatevi da Roma». Proseguita poi seguendo la filiera dei rifiuti, il modo migliore per raccontare il capitalismo straccione all'italiana. Fatto di imprese che si fanno disegnare gli impianti per bruciare i rifiuti da maghi del design del calibro di Bertone, come accaduto a Torino, con una canna fumaria altissima circondata da un ascensore per arrivare al ristorante, dove godere la vista sulla città meglio che dalla Mole Antonelliana, «salvo poi mangiare cibo, cadmio e stronzio alla carta». Imprese che spariscono ogni volta che lo stato cancella i finanziamenti del Cip6, come accaduto per l'inceneritore in costruzione ad Acerra, per affrettarsi poi a rimetterli subito prima di lasciare il governo, come ha fatto Prodi, per non irritare le lobby economiche. Circa 48 milioni di euro della bolletta dell'Enel finiti nelle tasche di petrolieri e magnati delle costruzioni. Termovalorizzatori ma anche impianti a biomasse, «impianti cioè che dovrebbero bruciare combustibile naturale, paglia, legno, foglie - prosegue Grillo - salvo poi aggiungere al termine organico anche inorganico, così ci finisce dentro di tutto. Una capitalismo straccione, che si fa finanziare dalle banche, che aprono i cordoni della borsa solo se lo stato concede i Cip6.
Un sistema di smaltimento vecchio, quello che ha portato al disastro campano «pianificato a tavolino dalle banche e dalla Impregilo» prosegue Grillo, che ha prodotto sette milioni di ecoballe non a norma. Per bruciarle tutte ci vorrebbero 10 anni, secondo medici e scienziati per ogni tonnellata incenerita se ne producono due di nano particelle, che dai polmoni e dai bronchi si installano nelle cellule provocando ascessi. «Ho già contattato Renzo Piano, trasformiamo questo monumento all'orrore tecnologico in un museo dello spreco». Perché è solo una questione di spreco: un termovalorizzatore ha bisogno di inghiottire alti quantitativi di immondizia, non tollera una differenziata oltre il 40%, così a Trento la provincia ha organizzato un convegno per raccomandare di non andare oltre quella soglia, «a Grosseto hanno stabilito che conferimenti inferiori al previsto comportano aumenti di tariffa, praticamente un incentivo al consumo - racconta l'esperto in fonti energetiche Maurizio Pallante -. Scegliendo altri sistemi, come il meccanico-biologico, si può riutilizzare, differenziare e immettere nel ciclo naturale sotto forma di materiale per l'edilizia quasi la totalità di ciò che si produce».

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