Ganapini, l’Hera, l’Itea ed il grande business dei rifiuti

Inchiesta sull'emergenza rifiuti
17 febbraio 2008

Per fortuna c’è Guido Viale a far luce, durante la trasmissione "Ambiente Italia" in onda oggi su Rai 3, sui rifiuti e gli interessi che gli girano attorno. Per sfortuna c’è il solito Walter Ganapini, ex contestatissimo presidente di Greenpeace, che tentenna vistosamente alla sottile domanda del conduttore Guido Rovera: "Ma visto che lei era presidente di Greenpeace che ne pensa, ora che è assessore all’ambiente ad acta del napoletano, degli inceneritori?". Vacilla e risponde indirettamente: "L’inceneritore di Acerra è di reponsabilità del Commissariato ma, rassicuro i cittadini campani che saranno predisposti 7 impianti per il CDR". Quindi, in poche parole, 7 impianti produrranno Combustibile da Rifiuto che da qualche parte dovrà pur essere bruciato. Anzi, l’ex presidente di Greenpeace (come ha potuto la grande associazione ambientalista eleggere lui?), continua dicendo che c’è bisogno di una "nuova visione industriale nella gestione dei rifiuti" (industriale???) e che, per fortuna, aziende come la Hera di Bologna hanno dato il benestare a questo rinnovamento. A quel punto in molti si sono chiesti: chi è la Hera? L’azienda di Bologna è una delle più grandi attività italiane industriali nel campo degli inteverventi per l’ambiente, l’energia ed i rifiuti ed era uno dei gruppi promotori degli impianti DISMO della Itea, azienda che sta sperimentando il macchinario nella fabbrica Ansaldo di Gioia del Colle (BA). Il sig. Ganapini, durante la presentazione dell’impianto DISMO ai cittadini di Gioia del Colle e degli altri Comuni interessati dalla sperimentazione, si era mostrato entusiasta della grande potenzialità di questa nuova tecnologia. Ma in molti, tra ambientalisti (anche gli stessi componenti di Greenpeace) ed esperti, avevano indicato l’impianto come qualcosa di non molto diverso da un inceneritore. L’Itea portando con sè il dott. Ganapini in tour per l’Italia dava apparenti garanzie alle popolazioni in modo da evitare proteste e polemiche. Che Ganapini fosse, in qualche modo, promotore di Hera lo si era già capito, ma se n’è avuta la conferma oggi durante la trasmissione di Rai 3, grazie ai suoi ambigui interventi. Ora, che l’assessorato all’ambiente napoletano abbia fatto di lui consulente speciale, può solo preoccupare. Per averne conferma, basta leggere l’articolo pubblicato sulla Repubblica di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina sperimentale nata per l`eliminazione dei rifiuti speciali, è stata sigillata dall`Ausl su disposizione dell`ufficio del giudice preliminare a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L`uomo aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali contaminati da sostanze classificate come pericolose (...). Ora il grande cilindro, un`installazione delle dimensioni di una locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all`inceneritore, nell`impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”. Durante la trasmissione di Rovera, erano presenti anche rappresentanti di Legambiente che non hanno, come si poteva al contrario immaginare trattandosi di un’associazione ambientalista, contestato molto inceneritori e gassificatori, forse perchè, anni addietro avevano inserito il progetto DISMO della Hera all’interno del loro “Premio all’innovazione amica dell’ambiente”. Peccato che da "quell’innovazione amica dell’ambiente" vengano fuori, come ha opportunamente evidenziato Guido Viale (che al contrario di Ganapini, lustra meno il suo passato e cerca di dare alla gente le corrette informazioni), ceneri sottilissime intrise delle più pericolose sostanze chimiche, che necessitano comunque di discariche di rifiuti speciali per lo smaltimento; polveri sottili (<2,5 micron) che possono entrare nei bronchioli; anidride carbinica e metano che aumentano l’effetto serra. Peccato che, come ha sottolineato lo stesso Viale (autore, fra gli altri, dei libri "Il rifiuto del problema" e "Un mondo usa e getta"), una volta intrapresa la raccolta differenziata porta a porta, le percentuali arrivano al 60-70% ed il restante 30% consiste di inerti, polvere, frattaglie con un basso potere calorifico, che non possono alimentare gli inceneritori e, quindi, questi sono destinati a chiudere. "Ecco perchè - ha dichiarato Viale - in Germania, dove avevano costruito numerosi inceneritori ed ora, invece, hanno raggiunto una soglia elevata di differenziata, gli impianti non servono e stanno chiudendo. Per questo vogliono i rifiuti della Campania e del resto d’Europa. Per evitare di spegnersi definitivamente". In poche parole se "i grandi esperti convocati dallo Stato" e...dalle aziende S.p.a. la smettessero di declamare i benefici dei "nuovi impianti industriali", come subdolamente Ganapini continua a fare, ed, al contrario, dichiarassero, per onestà intellettuale una volta per tutte, che la raccolta differenziata porta a porta rende inutili i termovalorizzatori, i DISMO ed i gassificatori, non ci sarebbero più i grandi e falsificati da interessi più o meno evidenti, dibattiti su emergenze rifiuti, sindromi NIMBY, Comuni in rivolta, ortaggi alla diossina e morti di cancro. E’ ORA DI DIRE LA VERITA’ ALLA GENTE CHE MUORE PER MALATTIE CHE FANNO GOLA ALLE GRANDI AZIENDE, AI POLITICI CORROTTI ED AGLI PSEUDO-SCIENZIATI!!!

Powered by PhPeace 2.6.4