L'intervista: Nel 1995 fece uscire la Milano di Formentini dall'emergenza

Gallico: «Piano per la differenziata, così Asìa lo ha abbandonato»

Parla l'esperto che nel 2002 firmò uno studio da 50mila euro
«Nessuno mi ha mai spiegato perché non l'hanno utilizzato»
16 febbraio 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«Telefonai spesso all'Asìa, chiesi perché il mio piano fosse stato abbandonato, se avessero intenzione di dare corso allo stesso. Non ricevetti risposte convincenti. Un muro di gomma. Capii ben presto che le mie proposte erano finite nelle sabbie mobili». Fortunato Gallico, uno dei maggiori esperti italiani nella programmazione della raccolta differenziata, racconta la storia di un'occasione mancata. Quella di portare Napoli al 35% di raccolta differenziata.
Nel 2002 — ricordava ieri sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella — ricevette dal Consorzio nazionale imballaggi l'incarico di elaborare un progetto per la città. Coinvolse altri esperti, lavorò alcuni mesi, elaborò proposte e guidò pure la prima fase sperimentale. Consegnò, infine, la seconda tranche del progetto. Sepolta in qualche cassetto dell'Asia e mai più attuata.
Dottor Gallico, chi le affidò l'incarico e quando?
«Nel 2002 il vicedirettore del Conai, Walter Facciotto, mi chiese di elaborare un piano per incrementare la differenziata a Napoli, allora come oggi ferma al 10%. Misi in piedi una squadra di 3 persone: Massimo Monetti, Bruno De Caria, Giorgio Stiriti. C'era un finanziamento di circa 50.000 euro».
Come andò?
«In pochi mesi partì la prima fase sperimentale su Posillipo e Capodimonte. Verificammo la praticabilità di un sistema di raccolta porta a porta. Constatammo che a Posillipo funzionava, a Capodimonte meno. Passammo poi alla seconda fase, che avrebbe dovuto coinvolgere trecentomila persone, in vari quartieri. Presentammo ad Asìa un piano che prevedeva un sistema misto. Porta a porta dove possibile oppure contenitori di prossimità. Non le campane, però. Questi ultimi dovevano essere dislocati sulla base di precise rilevazioni statistiche: numero di abitanti, tipologia economica degli insediamenti, caratteristiche delle strade. Indicavamo anche quali tipi di mezzi utilizzare, a seconda della zona di raccolta, e quale fosse, per ogni area, la migliore composizione delle squadre di raccolta ».
Si presentò ai dirigenti di Asìa con questa documentazione. Come la accolsero?
«Benissimo. Parevano entusiasti, mi rassicurarono che avrebbero messo in pratica a stretto giro di posta i nostri suggerimenti ed i piani elaborati. Attesi che partisse la seconda fase, dalla quale sarebbero venute indicazioni utili per ulteriori correzioni del piano, da estendere infine all'intera città».
Invece cosa accadde?
«Nulla, nel senso letterale della parola. Neppure una delle indicazioni elaborate da noi furono messe in pratica. Mai. Telefonai spesso, chiesi quali fossero i motiovi del ritardo, perché Asia non tenesse conto di quel piano. Non ho mai avuto una sola risposta convincente ».
L'assessore all'Ambiente della Regione, Walter Ganapini ora vuole ripescare il suo lavoro. Lei sarebbe disposto a collaborare?
«Ho sentito Ganapini telefonicamente giovedì. Certo che sarei disposto. Con lui ho già collaborato a Milano. Anche lì ci fu un'emergenza rifiuti, in coincidenza con l'esaurimento di una discarica. È stata affrontata e superata a partire proprio dall'incremento della percentuale di raccolta differenziata. E' al 35%, lì. In Lombardia raggiungono il 40%».
Come è possibile che in Campania, a 14 anni dall'inizio del Commissariamento e dopo tanti progetti, siamo ancora al 10%?
«Le cause sono molteplici. Il problema è stato sottovalutato, da parte delle istituzioni. Manca una sensibilità collettiva, che non è stata sollecitata da adeguate campagne informative e da un sistema di sanzioni efficaci, a valle».
È opinione diffusa che la differenziata non sia stata organizzata bene anche perché non conviene a chi gestirà i termovalorizzatori e alla criminalità organizzata.
«Non mi faccia addentrare in discorsi delicati. Da tecnico, mi limito a constatare che non è stata messa in pratica alcuna iniziativa concreta per un sistema decente di raccolta differenziata».

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