Napoli e Palestina

I sassi di Pianura

Pianura è Gaza in questo momento di infinito riposo della borghesia del Vomero e di Posillipo finalmente liberati dal peso cosciente dei propri rifiuti materiali, in questo volere militare imposto contro i sassi e i fuochi d'artificio di un quartiere abusivo che si inventa una nuova rivoluzione, dopo quella operata dalla camorra.
31 gennaio 2008 - Manlio Converti

Mie care Napoli e Palestina,

Pianura è Gaza in questo momento di infinito riposo della borghesia del Vomero e di Posillipo finalmente liberati dal peso cosciente dei propri rifiuti materiali, in questo volere militare imposto contro i sassi e i fuochi d'artificio di un quartiere abusivo che si inventa una nuova rivoluzione, dopo quella operata dalla camorra.

Pianura è il fulcro della sofferenza di un meridione oppresso come colonia dai Savoia e dal Fascismo, quindi blandito da una tardiva rivoluzione industriale, affogata nel malessere di quartieri dormitorio infiniti a cui solo la camorra, con il suo sapere essere stato dove lo stato si negava, ha potuto creare case popolari e lavoro per un numero molto maggiore di cittadini abbandonati.

Gaza è la morte di ogni civile senso del pudore, dove la vita costa meno dei viveri scarsi o delle risorse liquide, monetarie, petrolifere e idriche centellinate da opposte barriere ideologiche, ma dove pure i morti per guerriglia o per lavoro nero, laddove il nero è sia il colore della pelle dei lavoratori sia l'inconsistenza della loro retribuzione illegale, sono minori di quanti se ne possano contare per le vie e i cantieri di Napoli.

Godiamo la festa di S.Lucia di ambientalisti radicali o convenuti in palazzi nobiliari, ma non perdiamo di vista la follia dell'uomo che incentiva la distruzione e la morte, depreda le risorse del pianeta e di questa striscia di terra che si chiamava Campania Felix, oggi disseminata di bombe ecologiche arricchite di diossina se non addirittura di scorie nucleari.

Non si contano a Napoli i morti sul lavoro perché la loro dignità non esiste, avendo come i suicidi, accettato un colpevole patto con il mostro della fame e della disperazione. Sono puniti dal vescovo o dal sindacato ed ignorati dalle masse ancora operaie ma borghesi del Nord che hanno vissuto il privilegio di mantenere sul proprio territorio quelle fabbriche e quelle produzioni che a noi sono state sempre negate.

Pianura è il fulcro della Monnezza, riconosciuta dalla Magistratura, di quel Nord prosperoso e vigliacco che vanta ordine e ricchezza al caro prezzo di uccidere noi con il suo lezzo. Pianura è il sasso che ferisce sé stesso dato che i poliziotti ora come allora sono i figli dei proletari disperati e senza futuro, nati in quartieri e comuni abbandonati, dove nelle stesse numerose famiglie convivono militi ignoti, spacciatori e drogati.

Di Gaza il mondo esalta l'ardore, condanna il furore, dimentica l'amore; di Pianura si inebria sputandole in faccia, ridendo del popolo che ivi canta e balla, schifando quei morti e quei sassi come opere fosche, la cui unica turpitudine nasce dai criteri smodati e privi di buon senso che vedono unita la borghesia del Vomero e di Posillipo, la camorra vindice e prosperosa, l'Italietta misera e bigotta, dove pure i santi si vergognano di produrre i miracoli disperati.

Non c'è speranza nella rivoluzione perché non c'è accordo nella popolazione ed è evidente questa dissociazione tra gente traviata da sé e dai fatti di decenni di monnezza abusiva condannata, e quella ben vestita e altolocata che gioca la carta radicale o smodata per un minuto solo di pubblicità radiotelevisiva ammacchiata.

Non c'è proposta se non quella imposta da quel potere despota che tutto il meridione condanna senza sosta. Non c'è prodotto della natura bella, succosa o panorama, che oggi non sia insieme al resto lordato, odiato e infangato.
Viva Pianura, Gaza e il Meridione ma con la faccia bassa dentro il sangue e il pattume oppure un Dio risorga tra queste lerce mura e ne convinca l'alto il medio il basso e l'infamone a crescere sodali e solidali dentro l'economia del prodotto rinnovato, dentro legalità materna e protettrice, dentro il rispetto assiduo dell'altrui degna presenza e della proprietà non faccia una mattanza.

Rinascere si può da Gaza al Meridione a patto di cambiare la regola di base: la legge sia voluta, la produzione il santo, la tassa sia pagata al cesare di turno, la monnezza risorsa di un popolo che insorge unito a quel borghese che per ora la brucia.

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