Nola, convegno sull'allarme diossina

Non si scherza. I dati presentati devono spingere le comunità ad impegnarsi per la bonifica e la salvaguardia del territorio. Destinato, altrimenti, a diventare un deserto.
26 gennaio 2008 - Antonio Del Vecchio

Nola: Convegno su contaminazione da diossina Si è svolto a Nola, presso l'aula consiliare del Comune, il quarto incontro di patologia ambientale organizzato dalla rete associativa "Assocampania Felix". All'incontro erano presenti personalità di spicco del mondo scientifico ed istituzionale della regione, che si sono confrontate sull'allarme diossina e sui danni che essa può provocare. Alla manifestazione erano presenti il sindaco di Nola, Napolitano, il quale ha ricordato che anche la città bruniana ora è a rischio crisi a causa della endemica saturazione degli impianti di raccolta, e la sua collega di Saviano, la professoressa Buglione, che ha ricordato ai presenti come sia necessario tenere alta la soglia di attenzione sul problema.

Ad inaugurare gli interventi delle personalità del mondo scientifico è stato il dottor Marfella, oncologo presso l'ospedale Monaldi. Il luminare ha affermato che oramai la situazione è critica perchè per anni la nostra regione ha ingoiato i rifiuti più pericolosi senza interrogarsi sulle possibili ripercussioni in termini di salute per la popolazione. I dati sembrano essere allarmanti: a conti fatti la Campania, e in particolar modo la zona tra le provincie di Napoli e Caserta, ha fatto registrare la presenza di quantitativi di diossina addirittura superiori a quelli delle aree più industrializzate del settentrione, come a dire che una campagna ad Acerra è inquinata quanto (o di più) di una zona antistante le raffinerie di Porto Marghera; eppure dove sono le fabbriche?

Se non ci sono grandi industrie da dove proviene la diossina? È chiara la firma apposta dall'ecomafia, che ha fatto della Campania la pattumiera d'Europa. A seguire è stato il turno del dottor Esposito, delegato dell'Area Nolana, che insieme ad altri coraggiosi cittadini si è sottoposto, a sue spese, ad accurati esami in virtù dei quali è risultato contaminato dalla diossina. Il coraggioso cittadino ha mostrato una lettera inviata al ministro della salute Turco, nella quale si faceva presente che era necessario sottoporre la popolazione delle aree del "triangolo della morte" ad accurate analisi per evidenziare l'eventuale contaminazione da diossina. La risposta del ministro era stata un invito a "farsi visitare presso il proprio medico curante", perchè era più alto il rischio di morire per un infarto anzichè di essere intossicati dalla diossina...

Da allora è partita la crociata che ha portato all'acquisizione di importanti documentazioni e dati che sembrano attestare la presenza di un nesso di causalità tra la diossina e l'insorgenza di tumori mortali, la percentuale dei quali, nella nostra area, è la più alta d'Europa. Il dottor Esposito ha poi supportato le sue tesi con le immagini dello stato di abbandono in cui versa la discarica di Calabricitto, ad Acerra, area che secondo le stime presenta quantità di diossina superiori di 100 volte alla media nazionale. Pure il colonnello Angeli, anch'egli risultato contaminato, ha portato all'attenzione i risultati delle ricerche che ha condotto da autodidatta, spinto dalla volontà di conoscere i motivi della sua inspiegabile intolleranza alimentare.

Infatti,come confermato da diverse documentazioni,i pericoli non vengono dall'inalazione della diossina, ma dal suo depositarsi nei cibi che mangiamo. Oltre il 90% della diossina arriva sulle nostre tavole e può provocare non solo tumori, ma anche malattie endocrine, come il diabete o, appunto, le intolleranze alimentari. Allarmanti sono stati anche i dati presentati dal dottor Iannuzzi del C.N.R. di Napoli, il quale ha svolto ricerche sul patrimonio zootecnico della zona, anch'esso profondamente compromesso dalla diossina. La stessa preoccupazione è giunta dal dottor Malorni, ricercatore di Avellino, che ha evidenziato i danni che può provocare all'organismo l'assunzione di quantitativi eccessivi di diossine.

A latere degli interventi dei colleghi, il dottor Mazza ha espresso il suo disappunto per l'emergenza in atto, e ha auspicato che si possa scongiurare un pericolo che appare imminente: quello del muro contro muro tra Amministrazioni locali, spesso colluse col malaffare, Stato, spesso sordo e miope, e cittadinanza; bisogna far fronte comune se si vuole evitare di prolungare ancora l'emergenza, col rischio di scenari apocalittici, con i rifiuti ancora nelle strade e l'arrivo della bella stagione e dei primi caldi.

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