Parco, la bonifica infinita centinaia di rifiuti nelle cave

Trasferite le ecoballe, resta l'allarme per talquale e percolato
31 gennaio 2014 - Francesco Catalano
Fonte: Il Mattino

ERCOLANO. Terminata la prima fase della bonifica delle discariche della zona alta della città. È stato completato il trasferimento delle 500 tonnellate di rifiuti, da anni stoccati in ecoballe nelle cave Amendola e Formisano di Ercolano, al termovalorizzatore di Acerra. Sono state necessarie due settimane per portare a termine il primo passo verso il completo risanamento della vasta area del Parco Nazionale del Vesuvio individuato come sito di stoccaggio temporaneo nel corso delle varie emergenze rifiuti che si sono succedute in Campania negli ultimi quindici anni. «Si tratta di un primo importante risultato per la definitiva bonifica dell'area - dice il vicesindaco ed assessore all'Ambiente del Comune di Ercolano, Antonello Cozzolino -. Nonostante i tanti disagi affrontati a causa di blocchi e manifestazioni presso il termovalorizzatore di Acerra, siamo riusciti ad ultimare il trasferimento di tutte le ecoballe nei tempi che d eravamo prefissati». L'operazione per il trasporto delle cinquecento tonnellate di rifiuti , che da anni stazionavano nella zona alta della città, è stata condotta dalla Multiecoplast (azienda siciliana che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Ercolano) e tutte le spese saranno coperte da un fondo speciale messo a disposizione dall'assessorato all'Ambiente della Regione Campania. Ultimata questa fase, nell'area Amendola e Formisano resta da risolvere il problema delle centinaia di tonnellate di spazzatura tuttora stipate sotto grossi teloni all'interno delle cave«Il nostro obiettivo è continuare la bonifica, proseguendo fino a quando tutti i nfiuti verranno eliminati dalla zona alta e della città- confida il vicesindaco -. Il solo Comune non ha le risorse economiche per avviare e portare a termine questa delicata operazione, ma siamo in costante pressing su governo e Regione per ottenere i fondi necessari alla completa bonifica dei terreni». Trattandosi di talquale, ossia rifiuti che non hanno subito alcun trattamento prima di essere stipati all'interno delle cave, il Comune assicura comunque la manutenzione della discarica: «Nonostante le risicate risorse a nostra disposizione - conferma Cozzolino - la zona è costantemente monitorata: vengono svuotati periódicamente i serbatoi di percolato ed effettuati interventi di saldatura e rappezzi dei teloni utilizzati per tenere chiusi i rifiuti, evitando le infiltrazioni di acqua piovana e la fuoriuscita di gas maleodoranti». Nella zona alta della atta, tuttavia, sono sempre in allerta movimenti civici, comitati ed associazioni del territorio che lanciano continuamente allarmi su quella che definiscono una «bomba ecologica». Solo poche settimane fa, all'intemo della parrocchia del Sacro Cuore della contrada San Vito, centinaia di persone hanno parte cipato all'iniziativa promossa dal Gruppo Ambiente Vesuvio che ha visto la partecipazione - tra gli altri - di Gerardo Ciannella, direttore del Servizio di Medicina preventiva dell'ospedale Monaldi di Napoli: «La situazione della zona alta di Ercolano - commenta don Marco Ricci, rappresentante del Gruppo Ambiente Vesuvio ed ex parroco del Sacro Cuore - è molto critica. Insieme a medici esperti in materia di prevenzione, abbiamo lanciato un grido d'allarme a chi ci amministra: questo territorio va salvaguardato. Dopo tanti anni di incuria e degrado e a fronte di un enorme aumento di malattie connesse all'inquinamento, occorre fare tutto il possibile per ridare speranza a questa zona in tempi brevissimi».

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