Discariche illegali, minaccia per la salute
Lo smaltimento illegale dei rifiuti rappresenta un fattore di rischio rilevante per la salute dei cittadini. È quanto conferma lo studio sanitario effettuato in Campania commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile all'Organizzazione Mondiale della Sanità, a cui hanno partecipato Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto Superiore di Sanità, Arpa Campania, Osservatorio Epidemiologico Regionale e Registro campano delle Malformazioni Congenite.
Già nel 2005, dalla prima fase di questo studio, erano emerse per le province di Napoli e Caserta, maggiormente interessate dal fenomeno dello smaltimento abusivo dei rifiuti, criticità sanitarie significative. L'approfondimento presentato oggi a Napoli, alla Fiera di Oltremare, ha confermato la correlazione statistica tra la presenza di siti di abbandono incontrollato e effetti negativi sulla salute nei 196 comuni delle due province, per molte patologie. Un trend di rischio che cresce progressivamente nei comuni in cui il fenomeno della "gestione" illegale è particolarmente grave, sia per numero di siti sia per la pericolosità dei materiali abbandonati.
In particolare, negli otto comuni a maggiore esposizione allo smaltimento abusivo (Acerra, Bacoli, Caivano, Giugliano, Aversa, Castelvolturno, Marcianise e Villa Literno - categoria V) si rileva un'impennata dei tassi di mortalità generale del 12 per cento tra le donne e del 9 per cento tra gli uomini rispetto a centri delle medesime province in cui l'incidenza del fenomeno è minore. Lo stesso gruppo di otto comuni presenta inoltre un aumento del rischio di malformazioni congenite dell'apparato uro-genitale e del sistema nervoso che supera l'80 per cento.
"Per stimare l'esposizione umana a inquinamento da rifiuti è stato costruito un indice di pressione ambientale, specifico per ogni sito di smaltimento, utilizzando la cartografia computerizzata (sistema GIS) del Dipartimento della Protezione Civile, che ha permesso di integrare tutte le informazioni sull'inquinamento ambientale disponibili, di fonte nazionale (APAT) e regionale (ARPA-Campania)", spiega Fabrizio Bianchi, ricercatore della sezione di epidemiologia dell'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr. "I 196 comuni delle province di Napoli e Caserta sono stati ripartiti secondo 5 categorie di rischio e per ogni sito, legale ed illegale, è stato considerato un cerchio di 1 km di raggio come area di maggiore impatto, stimando la popolazione residente all'interno".
"Per la mortalità generale è stato osservato un eccesso del 9% negli uomini e del 12% nelle donne nei comuni a maggior rischio ambientale da rifiuti rispetto a quelli a rischio più basso (categoria !)", aggiunge Bianchi, "e la mortalità per tumori è anch'essa risultata crescere in funzione del rischio ambientale. Tra le varie cause analizzate è emersa con particolare rilievo la mortalità per tumore del fegato e dei dotti biliari (+ 19% negli uomini e + 29% nelle donne).
Anche le malformazioni congenite, di cui il gruppo di epidemiologia dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr ha curato lo studio, sono risultate in eccesso nelle aree a maggior rischio.
"Per quelle del sistema nervoso il rischio cresce mediamente dell'8% da una categoria a minor pressione ambientale alla successiva a pressione più elevata, l'eccesso nei comuni della categoria a più elevato rischio è risultato dell'84%. Per le malformazioni congenite dell'apparato urogenitale si registra un trend significativo del 14% al crescere dell'indicatore ambientale, osservando rischio elevato nei comuni del quinto dell'83%, rispetto al gruppo di riferimento (categoria I). Va notato però", conclude Bianchi, "che , anche se la situazione è preoccupante e vanno adottate urgenti misure di riduzione del rischio, per molte cause sia di mortalità sia di malformazioni, non sono stati rilevati eccessi"