Su come le TV di stato fanno informazione in merito all'emergenza rifiuti in Campania
Non riesco a dormire dopo aver visto l'ennesimo attacco mediatico perpretato dalla TV di Stato ai danni di un'intera comunità, quella campana, costretta a subire sulla propria pelle le scelte scellerate perpetrate da un'intera classe dirigente, di destra e di sinistra, ormai inaffidabile e che deve andare a casa.
Non è tollerabile dare la responsabilità dell'ennesima crisi annunciata, a quanti in questi anni, a partire da Acerra hanno denunciato l'inaffidabilità di un Piano dei rifiuti fondato sulla logica impiantistica ed inceneritorista.
Sono indignato ed offeso!!!
Quello che i cittadini di Pianura, cui va tutto la mia solidarietà e quella del comitato contro l'inceneritore di Acerra, stanno vivendo in queste ore, mi riporta alle giornate del 17 e del 29 agosto del 2004 e a tutte quelle che si sono succedute per oltre sei mesi, allorquando con l'ausilio di centinaia di agenti delle Forze dell'ordine si decise di aprire il cantiere dell'inceneritore di Acerra e di presidiare il territorio circostante impedendo anche alle istituzioni locali il pieno esercizio dei propri poteri. Anche allora si disse, come oggi, che la camorra impediva la risoluzione dell'emergenza! Ebbene tra i promotori di una battaglia civile e democratica, vi erano, con qualche capello bianco in più, gli stessi che negli anni 80 combattevano la camorra nel regno di Cutolo e che allora come oggi non hanno mai sostenuto "andate da un'altra parte" perchè convinti che "moderno" è oggi solo un ciclo di smaltimanto fondato su una seria politica sul ciclo di vita delle merci che preveda la riduzione dei rifiuti, il riuso, la raccolta differenziata porta a porta spinta e il riciclaggio e per la parte residua, l'utilizzo di impianti a freddo sicuramente a minore impatto mbientale per un territorio già abbondantemente devastato.
Si continua quindi ad offendere, attraverso un uso spregiudicato dello strumento televisivo e senza diritto di replica, l'intelligenza dei cittadini e ad aprire una ferita mai ricucita. L'inceneritore che vogliono, costi quel che costi, mandare in funzione, circa dieci anni fa, nel 1999, da una relazione di compatibilità ambientale, non perciò a seguito di una vera VIA, fu definito "a tecnologia non particolarmente innovativa" e anche se oggi funzionasse non potrebbe smaltire più di 1700 (il più grande d'Europa) tonnellate di rifiuti al giorno a fronte delle oltre 7500 giornaliere prodotte in Campania.
Altro che trattativa privata per la sua gestione. Non risolve l'emergenza e i lavori vanno immediatamente fermati per non continuare a sperperare denaro pubblico e per verificare la sua riconversione.
Così come occorre da subito individuare aree idonee per il compostaggio e obbligare anche attraverso ordinanze sindacali di separare la frazione secca e quella umida in ogni comune che non fa raccolta differenziata porta a porta. Trasformare gli impianti di CDR in impianti che separino le altre frazioni riciclabili e per la parte residua utilizzare il TMB.
Solo così è possibile consentire alla Campania di uscire dal baratro.
E’ necessario che questa diventi la piattaforma unitaria di tutte le realtà in movimento e che si comprenda che se in Campania passa Acerra si consolida la lobbie inceneritorista in tutto il Paese e le battaglie ambientaliste e per un diverso modello di sviluppo di questi anni subiscono una grave sconfitta culturale.