Lettera al Presidente della Repubblica

Richiesta d’intervenire nella grave situazione di emergenza democratica, sanitaria ed ambientale che sta vivendo da ormai da più di un decennio la Regione Campania.
25 giugno 2007 - Comitato Allarme Rifiuti Tossici

Alla c.a. dell’Ill.mo signor Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

L´angoscia del Presidente Napolitano Ill.mo Presidente,
ci rivolgiamo a Lei, primo magistrato d’Italia e supremo garante della Costituzione e dell’unità nazionale, chiedendoLe d’intervenire nella grave situazione di emergenza democratica, sanitaria ed ambientale che sta vivendo da ormai da più di un decennio la Regione Campania.
Di fatto in Campania viene continuamente violata ed oltraggiata la dignità della persona umana e del cittadino, attraverso la negazione delle norme basilari dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Circa il protrarsi della durata della struttura commissariale per l’emergenza rifiuti, la stessa Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse durante la seduta del 15 febbraio 2006 ammise che: «La delega di poteri straordinari per qualità, natura e durata, unitamente alla specificità dei poteri normativi attribuiti agli stessi Commissari straordinari […] se da un lato hanno indotto l’autorità amministrativa a limitare “l’esercizio generale delle funzioni amministrative relative alla gestione dei rifiuti”, dall’altro hanno rafforzato la grave circostanza che in talune Regioni – in tema di gestione del ciclo dei rifiuti – ciò che doveva essere emergenziale, circoscritto e «straordinario» (anche in ordine alla durata temporale), è diventato pressoché stabile ed “ordinario”». Il protrarsi dal 1994 della gestione commissariale ha esautorato e deresponsabilizzato gli organi competenti democraticamente eletti, negandone e limitandone il potere d’esercitare le loro funzioni in contrasto con i principi fondamentali di uno Stato di diritto.
Ancora, è negato ai cittadini campani il diritto alla salute, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, in quanto le autorità competenti non hanno adeguatamente agito per bloccare il traffico di rifiuti speciali e pericolosi che, secondo il rapporto firmato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità e presentato il 16 aprile 2007 dal dr. Guido Bertolaso, nelle aree interessate dallo sversamento incontrollato di tali rifiuti e dalla presenza di numerose discariche, ha causato un aumento della mortalità per cancro sia negli uomini che nelle donne, ed un aumento dell’84% rispetto alla media nazionale delle malformazioni congenite nei bambini. Un dato del genere colpisce duramente l’avvenire della nostra Regione compromettendo le future generazioni, e causando di conseguenza un danno economico di cui ancora non si conosce la stima.
È ancora negato ai cittadini campani il diritto alla tutela del paesaggio, garantito dall’articolo 9 della Costituzione italiana: difatti le modalità con cui è stata affrontata l’ordinaria gestione dei rifiuti solidi urbani non solo hanno disatteso la normativa vigente in materia puntando unicamente sulla fase finale di smaltimento dei materiali e non sul recupero degli stessi finalizzato al riciclo (art. 1, comma 2 del d.l. n. 245 del 2005, l’art. 22 del decreto Ronchi ed in particolare con il comma 3, lett. f), ma hanno deturpato il paesaggio con il deposito sul suolo di chilometri quadrati di piramidi di ecoballe, accumulate da anni in siti “provvisori” adiacenti alle zone agricole da cui sia il mercato interno alla Regione che quello nazionale attingono prodotti ortofrutticoli. Il paesaggio campano è stato ulteriormente sfigurato dal proliferare di discariche legali mal gestite e mai bonificate, che hanno prodotto, oltre al deterioramento del territorio, l’inquinamento dei territori circostanti e delle falde idriche con la perdita di percolato, compromettendo in questo modo le attività agricole e l’allevamento di capi di bestiame, nonché gravi danni alla salute delle popolazioni. Nel decreto n.61 dell’11 maggio 2007 vengono individuati come siti da destinare a discarica, Serre, nell’Oasi Regionale istituita con decreto n. 4060/1976 dal presidente giunta regionale Campania, e Terzigno, ubicato all’interno del Parco nazionale del Vesuvio: l’ubicazione di discariche in aree protette è un’offesa al paesaggio e all’idea stessa di area protetta, nonché una minaccia alla salute delle comunità, così come riconosciuto per il caso di Serre nella Sentenza emessa dal Tribunale di Salerno il 30 aprile 2007.
Inoltre a causa della mancata raccolta differenziata in molti comuni campani, ad oggi inferiore all’8%, e alle mancate garanzie circa la qualità tecnica degli impianti proposti dalla società FIBE, aggiudicataria della gara d’appalto nel 1998 con una votazione sulla qualità dell’opera di 4,2 punti su 10, ci troviamo oggi in una situazione di collasso delle strutture deputate al trattamento dei rifiuti e al paradosso di 6 milioni di ecoballe presenti sul territorio campano che non potranno essere incenerite perché non a norma. Inoltre, la stessa localizzazione dell’impianto nel comune di Acerra, dichiarato “in stato di emergenza per fronteggiare l’inquinamento ambientale da diossina” nel decreto del presidente del consiglio dei ministri del 23 giugno 2006, appare non rispettoso del diritto alla salute non solo dei cittadini acerrani, che verrebbero esposti ad ulteriori inquinanti prodotti dagli inceneritori quali furani e diossine, la cui cancerogenità per l’uomo è stata riconosciuta nel 2004 dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’International Agency Research Cancer, ma minacciando la salute dei cittadini campani tutti, in quanto dall’area in oggetto provengono numerosi prodotti ortofrutticoli distribuiti nei mercati di tutta la Campania. Circa l’utilizzo stesso delle tecnologie a caldo con recupero energetico il comitato civico, in linea con la normativa vigente che prescrive l’utilizzo delle tecnologie più innovative e rispettose dell’ambiente per completare il ciclo dei rifiuti trattandone solo la frazione residua di una raccolta differenziata altamente selettiva, oppone in alternativa le tecnologie a freddo come il MBT (Trattamento meccanico biologico) in quanto maggiormente rispettose dell’ambiente. Se difatti in Campania, come anche affermato dal decreto-legge dell’11/5/07 la situazione di emergenza in atto “è suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, attualmente esposta al pericolo di epidemie e altri pregiudizi alla salute” a causa del grave inquinamento ambientale prodotto dallo sversamento illecito di rifiuti speciali e pericolosi per mano della Camorra, e della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti ad opera della struttura commissariale, risulta chiaro che qualunque scelta in merito alle modalità di trattamento dei rifiuti in Campania dovrà in primo luogo tutelare in modo assoluto la salute della popolazione e dell’ambiente.
Oltre a ciò, l’azione della struttura commissariale in favore della raccolta differenziata e della creazione degli impianti di compostaggio della frazione umida dei rifiuti è risultata occasionale e poco incisiva, e di rado ha visto l’impiego di poteri speciali per accelerare la realizzazione di questi sistemi di raccolta e trattamento necessari a ridurre i volumi da indirizzare a smaltimento finale al fine di uscire definitivamente dall’emergenza. Una conferma di ciò si ha dalla lettura della relazione depositata dalla struttura commissariale alla Commissione Ambiente del Senato in data 31 maggio u.s. in merito alle azioni svolte per le determinazioni impiantistiche: su 21 pagine del documento, 16 riguardano discariche e inceneritori, mentre solo 5 parlano di provvedimenti in merito alla raccolta differenziata e impianti di compostaggio (a proposito dei quali il Commissariato definisce la sua azione solo in supporto a quella che potrebbero esercitare i Comuni, tanto che non vi è alcun ricorso ad ordinanze commissariali o governative in caso di diniego da parte dei sindaci). Di fatto il commissariato non ha mai utilizzato il potere di commissariamento dei comuni che non fanno la raccolta differenziata e di recente ha respinto una richiesta di finanziamento di un impianto di compostaggio in provincia di Salerno perché di tipologia non prevista dal bando (più avanzata); se non vi saranno misure urgenti, i fondi POR e i fondi europei per una decina di impianti di compostaggio andranno definitivamente persi il 31 dicembre.
Inoltre ai cittadini campani è stato negato il diritto alla partecipazione democratica, dato che l’adeguamento al Piano Regionale dei rifiuti è stato inopportunamente ed illegittimamente “calato dall’alto”, approvato dal Commissario di governo con l’ordinanza del Consiglio dei Ministri del 10 marzo 2006. Infatti il Commissario di Governo, in sostituzione della Regione, nella fase di elaborazione dell’adeguamento al piano, avrebbe dovuto sentire, ai sensi dell’art. 22 del decreto Ronchi, le Province ed i Comuni, assicurando adeguata pubblicità e la massima partecipazione dei cittadini (principio che sembrerebbe violato anche nel precedente piano del 1997) ai sensi dell’art. 25 della l. n. 241 del 1990.
Di fronte ad una tale situazione di pervasiva illegalità noi ci appelliamo a Lei affinché, in quanto garante della Costituzione e dell’omogeneità della tutela dei diritti, ripristini in Campania la legalità ed il rispetto dei diritti costituzionali, riportando la politica sui binari della partecipazione democratica e del rispetto delle leggi comunitarie, chiedendo da un lato la stesura da parte degli organi democraticamente eletti di un nuovo Piano Regionale che raccolga le istanze partecipative ed i contributi dei comitati, delle associazioni e della comunità scientifica, e che sia la base per riportare la situazione rifiuti nell’alveo della legalità, e dall’altro spingendo le autorità competenti ad effettuare un serio e capillare controllo del territorio anche attraverso il sistema satellitare onde evitare ulteriori abusi e riconoscere con precisione le aree ove effettuare interventi di bonifica controllati e risolutivi.
Deferenti saluti,

Comitato Allarme Rifiuti Tossici

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