Le polveri ultrafini (nanopolveri) sono capaci di provocare l'ictus cerebrale
Uno studio appena pubblicato sull'ultimo numero di “Stroke”, una delle più famose riviste neurologiche, ha dimostrato che le polveri ultrafini possono provocare un ictus cerebrale. In precedenza numerosi studi avevano già dimostrato una relazione causale tra apoplessia cerebrale e materiale particolato. Tuttavia le nanopolveri non erano mai state prese in considerazione. Ricercatori del National Public Health Institute di Kuopio (Helsinki, Finlandia) hanno preso in esame 3.265 casi di ictus ed hanno messo in evidenza che anche le polveri ultrafini sono capaci di provocare questa grave patologia cerebrale. Alla luce dell'effetto serra e delle sue conseguenze climatiche, assume particolare importanza il fatto che l'ictus si manifestava prevalentemente in estate, probabilmente in rapporto ad una maggior tossicità degli inquinanti a temperature più elevate. Le preoccupazioni della popolazione, rispetto ai risultati di questa ricerca sono numerose: l'aumento progressivo delle temperature medie che favorisce l'azione patogena delle polveri fini ed ultrafini; l'intenzione di costruire termovalorizzatori (inceneritori) e di usare il carbone nella produzione di energia, entrambi tipi di combustione che liberano nell'aria una enorme quanti di polveri ultrafini; una mancata regolamentazione sui limiti di emissioni per le nanopolveri, per cui chi ne causa l'emissione può farlo in modo indisturbato; l'impossibilità di difendersi, visto che è stato recentemente dimostrato (“Environmental Medicine”, September 2006) che un'emorragia cerebrale può insorgere appena dopo 2 ore dall'esposizione a materiale particolato.
Chi fosse interessato a ricevere l’articolo “Associations of fine and ultrafine particulate air pollution with stroke mortality in an area of low air pollution levels” può richiederlo alla nostra segreteria all’indirizzo isde at ats.it