Notizia bomba: la Campania “Maxi forno” d’Italia
La notizia è deflagrata come una bomba in una scuola elementare di campagna del Sannio domenica 9 marzo: “Oggi l’Italia con tutti i suoi inceneritori ha una portata complessiva che non arriva a 4 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. Ebbene, tenendone all’oscuro i cittadini, si è deciso e già finanziato una quantità di impianti di incenerimento nella sola Campania pari a circa 4 milioni di tonnellate fra i quali rientrano anche le “ecoballe” piene di sostanze industriali, tossiche e radioattive che un’ordinanza governativa di qualche settimana fa, come una bacchetta magica, ha reso all’improvviso perfettamente combustibili”.
Quando la notizia è stata lanciata dal professore Antonio Marfella, tossicologo dell’Istituto dei Tumori “Pascale” di Napoli, un brivido di raccapriccio è corso fra il pubblico composto soprattutto da quei comitati di protesta che ormai, a differenza dei politici, conoscono bene gli esatti contorni e i veri pericoli di un’emergenza rifiuti che dura da 15 anni. E se a quanto denunciato nella scuola, si aggiungono le dichiarazioni fatte da Marfella anche a “Report” - su RAI 3 la sera stessa - e le agghiaccianti documentazioni del servizio, una cosa è certa: il titolo della nostra inchiesta non è una forzatura.
Chi non ha modo di vedere la replica di Report, cerchi un amico che lo aiuti o si faccia registrare il servizio. Ma faccia i salti mortali per vederlo: solo dopo, infatti, potrà capire l’entità della denuncia fatta dalle Assise di Palazzo Marigliano, l’assemblea civica di esperti, giuristi, medici – della quale fa parte anche Marfella – presenti sia all’incontro nella scuola di Benevento che nel servizio di RAI 3. Se questo piano per l’incenerimento dei rifiuti - in parte mascherato come piano energetico per la produzione di energia da biomasse – non sarà in qualche modo bloccato, infatti, i campani sono destinati a diventare gli ebrei del 2000 da sacrificare al business dei forni di Santa Maria La Fossa, Acerra, San Salvatore Telesino, Reino e così via…
Le immagini e i dati riportati da “Report”, infatti, non lasciano dubbi: il territorio analizzato è talmente inquinato che andrebbe di corsa bonificato, ma nonostante i milioni di euro investiti in questi anni per la bonifica, tutto è rimasto inalterato. Come si può pensare, allora, di immettere in una realtà satura di diossine e altre sostanze tossiche al punto che il numero dei morti - persone e animali – è diventato impressionante, altre sostanze inquinanti senza compromettere irrimediabilmente la vita di chi abita in quei luoghi? Come si chiede, infatti, il professore Marfella nella valutazione dell’impatto che avranno queste iniziative prese in gran parte grazie ai poteri straordinari dell’emergenza che infrangono ogni regola, anche quelle legate alla salute che proprio i commissari straordinari avrebbero dovuto preservare: “Dove vogliamo andare? Da che ci siamo svegliati all’improvviso scoprendoci discarica di rifiuti tossici industriali di tutta Italia… dobbiamo diventare la Regione che fa del materiale post-consumo l’inceneritore di tutta Italia? E in quale discarica collocheremo circa 1 milione di tonnellate all’anno di ceneri tossiche frutto di questa smisurata combustione?”