La Provincia di Caserta vieta l’uso del CDR alla Cementir di Maddaloni
La Provincia di Caserta ha disposto la sospensione dell’autorizzazione all’utilizzo di Cdr nello stabilimento di Maddaloni della Cementir.
L’assessore provinciale all’Ambiente, Lucia Esposito ha difatti dichiarato: “L’atto adottato ribadisce la posizione della Provincia di assoluta contrarietà alla possibilità di bruciare Cdr nei cementifici casertani. Siamo intervenuti con tempestività a conferma della volontà dell’Ente di operare con azioni concrete, ribadendo non solo il no all’incenerimento di rifiuti nella Cementir, ma anche il no al progetto di ampliamento della cava collegata all’impianto”. “Tralasciando inutili polemiche - conclude Esposito - spero possa essere condivisa la considerazione che per affrontare le enormi problematiche legate alla tutela dell’ambiente e della salute è necessario uno sforzo congiunto di tutti i soggetti che hanno a cuore la salvaguardia e lo sviluppo del nostro territorio”.
Fin qui la notizia e non possiamo che manifestare la nostra soddisfazione per l’atto dell’A.P. che, si spera possa rappresentare una svolta nella politica industriale e ambientale dell’ente.
Non si può navigare a vista. Occorrono politiche.
Cosa ci aspettiamo allora dall’Amministrazione Provinciale? Che senza se e senza ma adotti un atto di indirizzo che sancisca la delocalizzazione dei cementifici che gravitano da troppi anni in area urbana a Caserta e a Maddaloni le cui conseguenze sulla salute e l’ambiente sono tristemente noti e sotto gli occhi di tutti.
In questi anni altre emergenze sono venute fuori, imponendo nei fatti la necessità di introdurre scelte diverse in ordine all’uso del territorio.
Moccia e la Cementir gravitano in area urbana, nei pressi di un policlinico universitario, vicino ad alberghi, uffici pubblici e privati, attività commerciali ed abitazioni.
Occorre porre fine a questo scempio che fa vivere male gli abitanti e nel dubbio le maestranze degli opifici, oltre ad una situazione di obiettiva difficoltà per gli imprenditori impegnati nell’attività di fabbricazione del cemento.
Non stiamo qui a ricordare quanto sia utile e urgente che il gruppo Buzzi, cui fa parte Moccia e Caltagirone, proprietario della Cementir, si ponessero chiaramente obiettivi di produzione diversificate, quali ad esempio la produzione di cementi ad alto rendimento e altri prodotti che in una logica di recupero edilizio e di forte manutenzione del territorio troverebbero facile sbocco di mercato e un innalzamento sensibile del valore aggiunto.
Per fare tutto questo, però, occorrono due cose fondamentali: politiche ambientali rispettose dell’ambiente, del territorio e della gente che lo abita; politiche di sviluppo che vadano nella direzione della valorizzazione delle risorse esistenti.
In questa direzione ribadiamo quanto già Legambiente ha proposto il 17 luglio del 2007 in ordine alla delocalizzazione di Moccia: ribadiamo che occorre applicare un metodo dialogico per decidere dove tali industrie vanno de localizzate.
Il PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive) ha individua ben 24 siti alternativi a Caserta e Maddaloni.
Non c’è solo Pietravairano, peraltro sicuramente sbagliata come allocazione del cementifico Moccia.
Su questo chiediamo ai decisori politici di avviare un sereno ma deciso confronto.
Sulle politiche, appare evidente che l’occasione della Conferenza economica della Provincia possa costituire un momento importante per ragionare attorno a quale tipo di sviluppo deve aderire questa provincia il cui territorio ha costruito negli ultimi 10 il 400% in più del suo fabbisogno.
Saprà il nuovo assessore provinciale all’ambiente far proprie le istanze del territorio? Noi siamo pronti a fare la nostra parte.