Pubblicato uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità che proverebbe le tesi di Mazza
Tumori: ecco la mappa della morte
“Ancora non chiara la relazione tumori-discariche, ma c’è relazione tra residenza e maggiore mortalià per cancro vicino alle discariche…”. Ambientalisti sul piede di guerra.
4 febbraio 2009
Napoli – I sospetti erano fondati. Esiste in Campania una vasta area in cui si muore di più per alcuni tipi di cancro rispetto ad altre aree, nelle quali questo rischio è più basso. Pubblicato sulla rivista ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2008, lo studio prende in considerazione i dati del Registro Tumori e dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale dal 1994 al 2002 e ha rilevato una tendenza verso il raggruppamento di alcuni tipi di tumori e malformazioni congenite in una zona ben definita della regione, corrispondente alla parte nord della provincia di Napoli e a quella sud della provincia di Caserta. Questi risultati, che confermerebbero quelli del ricercatore nolano Alfredo Mazza del 2004, sono stati anche corretti per i possibili effetti confondenti della deprivazione socio-economica. L’area identificata in questo studio è la stessa indicata dal precedente studio, mostrante valori peculiari di mortalità per tumori e malformazioni e corrisponde alla parte della Regione Campania dove sono più frequenti le pratiche si sversamento dei rifiuti tossici: quella solcata dall’asse mediano. Ovviamente gli autori non hanno voluto valutare le relazioni causa-effetto e non hanno preso in considerazione i possibili diversi fattori di rischio come il fumo, lo stile di vita, l’occupazione, ma piuttosto si sono proposti di “conoscere meglio la distribuzione spaziale delle malattie d’interesse nella quale per lungo tempo è avvenuto lo scarico illegale dei rifiuti”. “Questo approccio- si legge nell’articolo - rappresenta il primo livello della costruzione di una rete epidemiologica, in accordo con le indicazioni proposte da alcuni autori, che raccomandavano l’implementazione di studi sia a livello individuale che a livello di popolazione. Relazioni causali dovrebbero poi essere valutate integrando dati provenienti da valutazioni epidemiologiche, cliniche e tossicologiche”. E’ scontato che il background scientifico per questa valutazione dovrebbe essere coerente con le conclusioni del precedente studio WHO, in accordo al quale “c’è qualche evidenza di relazione di effetti avversi per la salute nel risiedere vicino a siti dove vengono sversati i rifiuti”, ma “un collegamento causale non è stato ancora accertato”. Il monitoraggio ambientale e la sorveglianza epidemiologica continueranno nell’area interessata, dove gli interventi per il recupero ambientale e per le indagini sulla salute possono ora essere selezionati con maggiore appropriatezza. I raggruppamenti di comuni con un significativo eccesso di tumori (polmone, fegato, stomaco, rene e vescica) sono stati principalmente rilevati nella parte sud della provincia di Caserta e nella parte Nord della provincia di Napoli (sull’asse Acerra-Aversa-Giugliano). Questa sub-area corrisponde largamente all’area dove le pratiche di sversamento illecito dei rifiuti tossici, l’incendio illegale di essi e dei rifiuti solidi urbani, viene fatto regolarmente da almeno vent’anni. Questa sovrapposizione è particolarmente evidente per le malformazioni del tratto uro-genitale e per i tumori del rene, vescica, stomaco, polmone. Lo studio mette in evidenza che queste malattie neoplastiche hanno ovviamente una causa multifattoriale, ma per tutte loro è stata rilevata la relazione con la residenza nei pressi dei siti di sversamento di rifiuti. Nello studio i ricercatori hanno delineato anche una mappa dei comuni in base al loro indice di povertà calcolato sulla scorta di fattori socio-economici e si è visto che l’area nolana rappresenta un’isola felice di ‘benessere’ socio-economico (I quintile) a fronte di aree (come quella acerrano-pomiglianese e tutta la cintura metropolitana di Napoli) nelle quali le condizioni socio-economiche sono assai precarie (V quintile). L’indice dell’area nolana è simile a quello di altri 38 comuni della provincia di Caserta, settore nord orientale, ‘esenti’ da fattori di degrado socio-economico. Ma lo studio mette bene in evidenza alcuni dati allarmanti: esistono gruppi di tumori e di malformazioni ‘tipici’ di alcune aree (o gruppi di comuni) e meno di altri. Per esempio:
- il tumore del polmone è maggiormente rappresentato in termini di mortalità nei comuni del giuglianese, dell’acerrano-pomiglianese e dei paesi vesuviani di nord-est (255 casi solo a Giugliano, 259 a Casoria, 124 ad Acerra e 1008 totali nell’area nord);
- il tumore del fegato prevale nei comuni del mariglianese-acerrano (a Marigliano 73 casi, 665 casi totali nell’area);
- il tumore dello stomacoprevale nell’area del basso casertano-aversano fino al giuglianese (615 casi osservati);
- il tumore della vescicaprevale nell’area maranese-giuglianese e nel basso casertano (a Marano 37 casi, 206 nell’area nord);
- il tumore del reneprevale nell’area giuglianese (82 casi osservati in totale).
Per tutte le malformazioni congenite (arti, urogenitali e cardiovascolari):
- 561 casi osservati nell’acerrano-pomiglianese, 216 in penisola sorrentina, 194 nel basso aversano, 157 a Portici-Ercolano, 9 a Liveri.
Per le malformazioni cardiovascolari:
- 94 casi in penisola sorrentina, 134 casi nell’area nord-vesuviana;
Per le malformazioni urogenitali:
- 22 ad Acerra, 26 nel basso aversano, 31 casi area S. Maria a Vico-Maddaloni- San Felice a Cancello-Arienzo;
Per le malformazioni degli arti:
- 160 casi nell’acerrano-pomiglianese e alto vesuviano