Come muore la mia terra (post incazzato nero)
(colonna sonora: Goblins - Profondo rosso)
Premessa.
Potrei sistemarlo meglio, togliendo qualche parolaccia e i  riferimenti alle persone, e farne un buon articolo per AltreNotizie, o  per il miglior offerente o per chi che sia. Ma non posso. Per farlo con  taglio "giornalistico" dovrei essere più "freddo" nella narrazione, ed  osservare le cose... non dico dall'esterno, ma quanto meno  obiettivamente e soprattutto senza farsi trascinare dalle emozioni. E  non posso.
 Perchè sono coinvolto. Non personalmente, ma molto da vicino.
 Proprio perchè sono coinvolto, preferisco di proposito un taglio personale. Un taglio da blog. Un taglio incazzato.
Sabato 18 febbraio 2006. Località imprecisata della provincia di Napoli, dove ho approfittato della mia augusta presenza per visitare dei vecchi amici persi di vista alla fine del secolo scorso (eh, ero giovane all'epoca...). Ci ritroviamo seduti, come un tempo, sul solito muretto, con la solita birra. Molti di noi non ci sono. Non ci sono più.
Giorgio: "Alex, non sai di Raf, vero?"
 Io: "No... non lo vedo dal 1999. Come sta?"
 Giorgio: "E' andato..."
 Io: "Porc#@ Come caz! Quando?"
 Piero: "Tre settimane fa. Non abbiamo neanche avuto la testa per mandare sms a voi che siete via, per avvisarvi dei funerali..."
 Io: "Merda... adesso aveva... 33 anni, vero?"
 Tiziana: "Già. 33 anni, ed una bambina di due."
 Io: "....." (sorso di birra)
 Giorgio: "E Rob... sai di Rob?"
 Io: "Eh no cazzo! Non può essere andato anche lui! L'ho sentito per mail tre mesi fa!"
 Giorno: "No non è andato, non ancora, ma manca poco. E' spacciato..."
 Io (sorso di birra): "Ma è del '76... merda... in tre mesi?"
 Tiziana: "No. In uno. Un mese solo."
 Piero: "Già..."
 Tiziana: "Ale... sai che.. sta toccando a me? Ho già finito tutti gli  accertamenti... sto messa proprio come stava messa Robby due anni fa."
 Io: "...."
 Giorgio: "Hai fatto bene ad andare via, col senno di poi...", pausa poi mi fissa negli occhi quasi con rabbia, e urla verso di me: "ma che cazzo ci torni a fare, qui??"
Cerchiamo di capire da dove viene questo scempio.
Era il 31 agosto 2004, quando il dott. Alfredo Mazza, ricercatore in  Fisiologia Clinica del CNR, riuscì a pubblicare sulla prestigiosa  rivista "The Lancet Oncology" il suo studio, considerato agghiacciante  da tutti gli oncologi anglosassoni. In Italia, invece, salvo qualche  articoletto su "La Repubblica", non ha avuto effetti agghiaccianti,  soprattutto non ha avuto conseguenze a livello politico. Già, perchè in  quel lavoro si parla di Italia, ed in particolare si dimostra,  statistiche alla mano, come in un pezzo di provincia di Napoli, da  Acerra a Nola e Marigliano, passando per Pomigliano d'Arco, si muore di  cancro molto di più che nel resto d'Italia, anzi molto più che nel resto  d'Europa.
 L'elevata densità di popolazione, porta a quasi un milione di persone il  conteggio di chi vive nell'area, di questo milione di persone, l'indice  di mortalità per neoplasie al fegato si attesta al 35% per gli uomini  ed al 20.5% per le donne, contro una media nazionale del 14%. Una vera e  propria strage continua.
 Attenzione: 35% significa mortalità maggiore dell'infarto.
Le cause? Di sicuro molteplici. Per scoprirle basta guardare indietro  nel tempo, e tornare agli anni dello sviluppo industriale della zona.
 Nonostante la presenza nell'area di altri complessi industriali molto  grandi, primo tra tutti quello della Fiat Auto di Pomigliano d'Arco, ex  Alfasud, non si è mai rilevato un aumento di certi tipi di malattie.  Solo con l'apertura del Polo Conciario della Montefibre ad Acerra si  rileva, e tra l'altro nel giro di pochi anni, una prima impennata dei casi di tumore e dei morti di cancro nella zona (già perchè poi ci sarà anche una seconda impennata).
 Acerra, nota per essere il paese che diede i natali a Pulcinella, dove  l'inquinamento da diossina è talmente alto da risultare non compatibile  con ogni forma di vita, ha invece ben 46.000 abitanti. E' lì che c'è la  Montefibre.
 Fino a pochi anni fa, ci passavo spesso nei pressi di quella fabbrica,  con le sue ciminiere che emettono fumo denso di colore arancione, pieno  di polveri che si depositano poi sui terreni. Tutta illuminata di notte,  la si vede bene dall'asse autostradale che collega la Napoli-Roma con  Nola.
Poi, nell'ultimo decennio del XX secolo, i morti di cancro sono  improvvisamente raddoppiati (seconda impennata), ma dietro questo  aumento del tasso annuo di strage c'è l'ombra lunga della camorra: 5.000  discariche illegali, senza alcun controllo, dove viene scaricato di  tutto, dal chimico al radioattivo.
 Pochi giorni fa, la punta d'iceberg con il caso Pellini:  una storia che ha dell'incredibile e portata alla luce dalla Procura  della Repubblica di Napoli dopo due anni di indagini, con l'arresto di  13 persone tra cui diversi sottufficiali dei Carabinieri ed i gestori  della ditta Pellini di Acerra.
 Dal Veneto, ed in particolar modo da Porto Marghera arrivavano ad Acerra  fanghi tossici e rifiuti di ogni tipo soprattutto chimici, la ditta  Pellini li stoccava e li rivendeva come fertilizzanti, il tutto con la  complicità dei Carabinieri di Acerra. Fertilizzanti che finivano per  fertilizzare i terreni dove si coltiva l'insalata venduta poi nei  mercati. Per approfondire questa notizia rinvio ai maggiori quotidiani o  a VAS Campania.
 E' un solo caso scoperto. Nel frattempo continua lo stoccaggio abusivo  di rifiuti chimici, sepolti nel terreno, in tutta l'area, ma anche le  vere e proprie discariche a cielo aperto, sotto gli occhi di tutti.  Volete che vi porto a vederne qualcuna? Posso anche organizzare un giro  turistico.
 Recenti analisi chimiche dei terreni hanno evidenziato alte concentrazioni di diossina, mercurio, arsenico, amianto.
 Come lo stesso dott. Mazza ha dichiarato, "migliaia di persone sono  state esposte a sostanze tossiche per decenni. Tutto è contaminato: gli  agenti inquinanti nell'aria, nell'acqua e nei prodotti della terra sono  ben al di sopra dei livelli consentiti. E' una emergenza: io stesso ho  perso diversi amici colpiti da tumore. E non c'è dubbio che dietro  quelle morti ci siano i rifiuti tossici".
 Peccato che, dopo la pubblicazione di Mazza, vari istituti ministeriali  si siano dati da fare per contestare i suoi dati, le sue statistiche,  per smontare la sua analisi...
 Rifiuti tossici, dicevamo, gestiti dalla criminalità, e le  Amministrazioni locali lo sanno. Di conseguenza, presumibilmente, lo sa  anche lo Stato. Ma sono decenni che non si interviene, dando luogo a più  di un sospetto di collusione. Scusateci se ad un certo punto diventiamo  sospettosi. Non è sfiducia nelle istituzioni, no, per carità.. ma se  permettete il dubbio di collusione viene, prima o poi.
 A dire il vero qualcosa si è fatto: camminando nell'atrio della sede  A.S.L di uno dei comuni della zona, mi sono imbattuto in un Avviso al pubblico che recita testualmente: "Tra i 20 e i 40 anni il rischio leucemie e  linfomi è più elevato", ed invita a fare controlli preventivi.
 Il problema viene quindi trattato come emergenza sanitaria, viene negato  ogni problema a monte di quello sanitario. Come se questa incidenza di  morti fosse una casualità statistica.
 Per approfondire, dati di mortalità oncologica ISS (si contestano i dati di Mazza!).
Altro passo indietro. Di circa un anno. Sabato 15 gennaio 2005
Passeggio per un corridoio al sesto piano dell'Istituto Nazionale per la lotta ai tumori "G. Pascale" di Napoli,  mi guardo attorno. Non c'è un solo letto libero. Infermieri vari  corrono da una parte all'altra a infilare e sfilare aghi, sostituire  bocce di chemioterapici vari, principalmente taxolo, un medico bestemmia  in un angolo. Il reparto è affollato più affollato di quelli degli  ospedali normali.
 Dopo un po', volendo capire qualcosa, riesco ad attaccare discorso con  un giovane ricercatore, più o meno mio coetaneo, fermatosi con me su un  balcone a fumare.
 Io: "Ma... sempre così tanta gente?"
 Lui: "E' poca."
 Io: "Come poca? Non ci sono letti liberi. Ho girato tutte le stanze."
 Lui: "Appunto. Se avessimo più stanze e più letti, allora sì vedresti quanta gente ha bisogno di noi."
 Io: "Quindi vivete in emergenza sanitaria continua..."
 Lui: "Ma quale emergenza sanitaria! Dai! Mica è un'epidemia! Il cancro  non è un virus. Se la percentuale di cancro sale troppo non è emergenza  sanitaria, è emergenza sociale."
 Io: "Ma... scusa... emergenza sociale lo sarebbe, se tutta questa gente venisse dallo stesso posto..."
 Lui: "Acerra, Pomigliano, Sant'Anastasia, Marigliano, Nola, Brusciano,  Mariglianella. l'80% dei ricorverati viene da questi Comuni, che sono  tutti vicini tra loro. Il rimanente 20%.... è quella percentuale  normale, nella media nazionale."
 Io: "Ok. E' emergenza sociale."
 Lui: "E sai quanti siamo? La metà di quanti dovremmo essere, come personale medico".
 Io: "E... perchè?"
 Lui: "Perchè questo Istituto è una Fondazione, il Ministero sgancia  sempre meno soldi, visto che si preferisce finanziare le cliniche  private, e ci dobbiamo reggere sulle donazioni".
 Io: "Beh... magari qualcuno che qui da voi guarisce... magari qualche donazione ve la fa..."
 Lui: "Col cazzo. La gente che guarisce mica capisce che è guarita grazie  alla terapia. Buttano i soldi in viaggio e alberghi e vanno a Lourdes o  a Piazza San Pietro. Se li dessero alla ricerca, quei soldi, staremmo  molto più avanti."
 Io: "La ricerca va piano, vero?"
 Lui: "Vieni con me, ti porto nella mia stanza, ti faccio vedere una cosa su internet. Una cosa successa due anni fa".
 Mi fa vedere un trafiletto del Resto del Carlino, che ho ritrovato, sta qua, ma lo copio/incollo per chi è svogliato e non vuole cliccare:
"NAPOLI - La banca dati con le ricerche scientifiche sulla lotta ai tumori è stata trafugata all'Istituto Pascale di Napoli: nei tre computer rubati le informazioni sull'attività della Fondazione per la cura del cancro. Il furto ha provocato il blocco delle attività di ricerca. Si tratta del terzo colpo in venti giorni. Tra le ipotesi la pista racket: obiettivo il ripristino della vigilanza."
Intanto la gente continua a morire, giorno dopo giorno, la malavita  continua a lucrare, lo Stato non si sa se c'è e da che parte sta, visto  che l'unico intervento ad Acerra è stato il tentativo di metterci un  inceneritore, e infine, dulcis in fundo, i carabinieri sono stati  arrestati dalla polizia giudiziaria perchè collusi con la camorra. Bel  quadretto, direi.
 Sull'inceneritore è già stato scritto di tutto di più, dalle cose serie  alle emerite stronzate, io ho sempre preferito non parlarne, vorrei  andare al nocciolo del problema.
 Eh no. Sabato 18 febbraio, dopo il bollettino di guerra datomi dai miei  vecchi amici, ho deciso che volevo capire qualcosa... qualcosa di più...
Sabato 18 febbraio 2006. Sera, dopo cena
Sfruttando certe conoscenze fatte in gioventù, e trascinate nel tempo, sono andato di persona a premere il pulsante del citofono di casa dell'Assessore all'Ambiente di uno dei piccoli Comuni del "triangolo della morte", di sabato sera.
Mi ha fatto entrare in casa, e ci siamo accomodati su un divano, con una buona tazza di caffè.
 Io: "Ciao T. come va?"
 T.: "Alex!! Come va? Non eri a Roma?"
 Io: "Già... a Roma. Per questo sono tra i sopravvissuti, solo perchè, per ironia della sorte, sono emigrato."
 T. (vena sarcastica): "Ti riferisci per caso ai dati oncologici?"
 Io: "Come hai fatto a indovinare?"
 T.: "Perchè ho saputo di Robby e poi perchè in quanto sfigatissimo  assessore all'ambiente di questo sfigato paesone di 25.000 anime, sto  studiando il problema da due anni!"
 Io: "E...??"
 T.: "E.. nulla. Un cazzo."
 Io: "In che senso?"
 T.: "Ho detto 'un cazzo', mica pubblicherai questa intervista sulla testata dove scrivi?"
 Io: "No sulla testata no, ma magari sul blog...."
 T.: "Ok, sul blog sì. Ma non fare nè il mio nome nè quello del Comune!"
 Io: "Affare fatto, ma ora spiegami questo fatto. Qui siamo a 10 Km e rotti da Acerra... non è che ci stiamo proprio addosso..."
 T.: "Ma tu stai a Roma! Non hai idea, quando alla Montefibre è il turno  di pulizia e lavaggio degli impianti.. non puoi sapere se si alza il  vento qui cosa arriva! Ma non ricordi? Scusa, abitavi qui!"
 Io: "E... non si può fare niente?"
 T.: "Come fai? Vorrai mica chiudere Montefibre... mandi 20.000 famiglie, tra fabbrica ed indotto, sul lastrico..."
 Io: "Ok, chiudere no.. ma non so, bonificare gli impianti... ed i terreni, convertire le produzioni più inquinanti..."
 T.: "Lo abbiamo chiesto. Tutti gli assessori e i sindaci di 12 Comuni"
 Io: "Risposta?"
 T.: "Non c'è stata alcuna risposta. Siamo stati ignorati."
 Io: "E delle discariche che mi dici?"
 T.: "Qui nel nostro comune ce ne sono circa 8... tutte abusive."
 Io: "E che ne sai? Scusa, sono abusive..."
 T.: "Sono andato di persona a cercarle, con la macchina fotografica, e la planimetria dei terreni del Comune".
 Io: "E le hai trovate..."
 T.: "E sono anche stato invitato gentilmente ad andarmene."
 Io: "Che ti hanno detto?"
 T.: "Mi hanno detto 'sappiamo chi sei, dove abiti e soprattutto ricorda che sappiamo dove vanno a scuola i tuoi figli'..."
 Io: "Ottimo! Quindi immagino che non hai avvisato i carabinieri?"
 T.: "Certo che li ho avvisati! Ho parlato con due sottoufficiali!"
 Io: "Risultato?"
 T.: "Sono due di quelli arrestati per il caso Pellini. Collusi."
 Io: "Amen. Possibili soluzioni?"
 T.: "Beh, tu per te l'hai trovata... te ne sei andato. Fai andare via  anche la tua famiglia, i tuoi conoscenti, tutti via di qui!"
 Io (scaldandomi un po'): "No! Ti rendi conto? Non ha senso! Che facciamo  lasciamo il deserto qui?? Se ce andiamo... significa che abbiamo perso,  significa che hanno vinto loro!!!"
 T. (urla, proprio come ha urlato Giorgio qualche ora prima): "Alex! Ma  ti rendi conto? Fai il conteggio degli ultimi 10 anni: 100.000 morti in  12 Comuni, gli ospedali oncologici con la lista chilometrica di  chemioterapizzati! Con una situazione del genere hanno già vinto loro!"
 Non ho saputo rispondere.
 L'assessore mi ha spiazzato. Sono rimasto in silenzio. Siamo rimasti in  silenzio per qualche minuto. Poi T. ha ripreso a parlare, come se  volesse in qualche modo consolarmi della sconfitta.
 T.: "Che devo dirti... oramai, ti dico, statistiche del Comune alla  mano, che c'è, e guarda che te lo posso dimostrare, un caso di cancro in  ogni famiglia. Putroppo una neoplasia c'è anche nella mia".
 Io: "Già. Anche nella mia. Prima c'era un carcinoma".
La prossima volta parlerò della Sicilia sud-occidentale, dove c'è lo stesso problema, anche se per motivi parzialmente diversi.
Ecco come muore la mia terra.
Ale_Incazzato_Nero

