Bassolino, “quattro gatti” al Processo

Processo Bassolino, il laconico report di Antonio Troia, che per conto di Radio Radicale sta seguendo le fasi salienti del dibattimento
24 settembre 2009 - Antonio Troia

Nel corso dell’udienza di oggi sono stati sentiti 2 testi. Il primo è Ermanno Barni, ricercatore dell”ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) dal 1978, che inizia a occuparsi di questioni ambientali a partire dal 1990, e in particolare di gestione dei rifiuti (trattamento degli RSU). Viene ascoltato in qualità di membro delle 2 commissioni presiedute da Arturo Rigillo (teste già ascoltato nel corso dell’udienza del 22 aprile 2009).

La prima commissione è il cosiddetto ‘Comitato 212‘ (comitato tecnico costituito con l’ordinanza 212 del 4 ottobre 2000) che aveva il compito di approvare o meno progetti della FIBE relativi allo smaltimento di F.O.S. e sovvalli, dando parere di idoneità sui siti, proposti in via preliminare dalla FIBE. Nella maggiorparte dei casi dei siti proposti si tratta di cave dismesse. Un principio preliminare nel decidere l’idoneità del sito consisteva nell’analisi della conformazione morfologica.

1) I terreni calcarei erano giudicati inidonei per la permeabilità degli stessi.

2) Quelli argillosi, per la naturale impermeabilità, erano preliminarmente giudicati idonei.

3) Un discorso non pregiudiziale veniva fatto rispetto alle cave di tufo (come è quella di Chiaiano), di cui andava accertata la mancanza di fratture che ne avrebbero potuto compromettere l’impermeabilità.

Il teste ricorda che nella maggiorparte dei progetti esaminati e dei siti proposti da FIBE, la commissione aveva espresso parere negativo. Al Barni vengono mostrati dal PM Sirleo, alcuni verbali di riunioni del comitato 212. In particolare nel verbale relativo ad una riunione tenutasi il 31 gennaio del 2002 (ma anche in una delle prime riunioni della commissione, 13 febbraio 2001), venivano espresse fortissime perplessità rispetto al fatto che tali interventi erano definiti da FIBE, come operazioni di ‘recupero ambientale’. Per il teste non si trattava assolutamente di operazioni di questo tipo, ma molto più semplicemente di allestimento di discariche. E mai il Comitato aveva esitato a giudicare i progetti sottoposti come tali (discariche) e non come operazioni di recupero ambientale. La commissione pose all’epoca anche il problema della necessità o meno di sistemi di captazione dei biogas. Nonostante il fatto che nella frazione organica, quando è ben stabilizzata, si può arrivare ad una riduzione della produzione di biogas fino all’80 %, la Commissione giudicò fosse utile dotare le discariche di tali impianti.

Ermanno Barni è stato anche uno dei componenti, assieme ad Enzo Favoino (ascoltato nell’udienza del 15 luglio scorso), della commissione 058, che aveva come compito principale quello di studiare e stabilire la pericolosità dei rifiuti da un punto di vista fisico e chimico. In questo caso la commissione non lavorò su proposte presentate dalla FIBE, ma autonomamente analizzò il tema del trattamento della frazione organica e il processo di stabilizzazione della stessa. La FOS prodotta negli impianti CDR di FIBE, non era compatibile con operazioni di recupero ambientale, in quanto gli impianti prevedevano sistemi di selezione provenienti da semplici processi di vagliatura. Una FOS che fosse utile ad operazioni di recupero ambientale, doveva avere un indice respirometrico inferiore a 1000 (mg di ossigeno). Se si voleva riempire la cava con un milione di tonnellate di FOS, la copertura doveva avvenire con una sorta di SuperFOS (avente un indice respirometrico inferiore o uguale a 700 ed ottenuta con un ulteriore periodo di stabilizzazione, superiore ai previsti 28 giorni). L’indice respirometrico era inoltre ricavato con il metodo ’statico’ e non con il più affidabile metodo ‘dinamico’. Ma gli impianti CDR di FIBE avevano problemi già nella semplice raffinazione della frazione organica da stabilizzare, prodotta con una semplice vagliatura e non, come sarebbe stato necessario, con metodi di raffinazione densimetrica. La vagliatura non garantiva il limite di impurità presenti nella FOS, previsto dalle normative vigenti all’epoca e che non doveva essere superiore al 3%. Questo limite invece era di gran lunga superato.

I controesami delle difese, gli avvocati Tuccillo (difesa di Cattaneo e Urciuoli), Vignola (difesa di Vanoli) e Cavalli (difesa di Pelliccia), non aggiungono molto all’esame dei PM. Tuccillo fa dire al teste che il Comitato 212 poteva suggerire variazioni ai progetti presentati da FIBE, ma che comunque il parere espresso non era vincolante. Vignola si fa spiegare meglio cosa sia la raffinazione densimetrica e in cosa si differenzia dalla semplice vagliatura. Cavalli gli chiede se fosse a conoscenza di casi in cui, nonostante il parere positivo del Comitato 212, non fosse stata poi successivamente concessa l’autorizzazione all’allestimento della discarica. Il teste risponde che non lo sa. Viene quindi chiamato a deporre Salvatore Urciuolo, laureato in chimica e che svolge attività di libero professionista, con un proprio laboratorio di analisi. Dal 2001 al 2002, mentre era capotecnico dell’ASA, azienda addetta alla raccolta dei rifiuti nel comune di Avellino, collabora con FIBE, che gli affida le analisi di alcuni campioni di FOS. Le domande del PM Noviello, mettono in evidente imbarazzo il teste, che dimostra una molto scarsa conoscenza della materia trattata.

Dall’esame emerge un dato di fatto: la FIBE utilizzò come documentazione in allegato dei progetti esecutivi, i risultati di analisi effettuate da un laboratorio che mai prima di allora aveva affrontato una tale materia e che utilizzò, in quel caso, metodi improvvisati, approssimativi e poco scientifici. Sui certificati prodotti c’erano denominazioni che il teste non riesce a spiegare (ad esempio un dato viene definito: FRAZIONE ORGANICA PROVENIENTE DALLA PRODUZIONE DI COMPOST) e che attribuisce al commitente delle analisi, la FIBE. La campionatura non era stata mai effettuata del teste e in alcuni casi i campioni di FOS, provenivano da impianti dove il chimico non era mai stato (e nemmeno sa specificare da quanto tempo i campioni ricevuti erano stati raccolti).

Insomma il signor Urciuolo non ha fatto una buona figura. Anzi, mi verrebbe di dire in napoletano, che ha fatto proprio ‘na figura e…. Sorry L’ultima teste, l’ingegnere della Provincia di Napoli Maria Teresa Celano, non viene ascoltata. Con accordo delle parti si decide di acquisire la relazione della teste, con l’esclusione delle parti valutative della stessa. La prossima udienza si terrà ancora all’aula Bunker Ticino 1 del carcere di Poggioreale il giorno 11 novembre 2009.
Saluti a tutti
Antonio Troia
Cause Creator
P.s. In aula, oltre agli avvocati, ai PM, ai giudici e al quì presente tecnico di Radio Radicale senza registratore, c’erano soltanto 3 cittadini consapevoli, impegnati e anche un poco sconfortati dal clima di desolazione in cui si sta svolgendo questo importantissimo procedimento penale. Sono graditi interventi, commenti, discussioni, pareri, contributi, etc. etc. etc. etc.

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