Vi inoltro un’informazione che da tempo, come sapete, ritengo davvero necessaria e preziosa – e sottolineo preziosa – sul “processo napoletano” (“contro” ) ) Bassolino).
La dobbiamo alla solita straordinaria collaborazione di Antonio Cerrone e all’apporto anch’esso straordinario di Ale Litta. Con Antonio ne abbiamo parlato a lungo sin da Barcellona e ad Ale dobbiamo la sintesi, che vi invio, su materiale “cerroniano”.
Reazioni?
Processo “Bassolino + 27”
Si tratta del processo penale relativo allo scandalo dei rifiuti campani. I principali reati contestati sono: frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso e abuso in atti d’ufficio. All’inizio del processo Radio Radicale è stata autorizzata regolarmente (cone negli ultimi 25 anni, a partire dal caso Tortora, nella stessa aula-bunker annessa al carcere di Poggioreale).
La prima udienza è stata il 14 maggio 2008. La prossima si terrà mercoledì 22 settembre 2010 (prima dopo la pausa estiva).
Prima udienza subito rinviata al 2 luglio 2008. Difetti di notifica e problemi di collegio giudicante. Di questa udienza è disponibile la registrazione sul sito di RR, così come delle tre successive del 2 luglio, 7 luglio e 2 settembre. Poi si passa al 12 novembre: da questa udienza a RR non è più consentito registrare alcunché. Il tecnico che ha registrato le precedenti continua a seguire le udienze, prendendo appunti: questa relazione è una sintesi del lavoro svolto, fino alla fine del 2009. La Procura non ha emesso inizialmente alcuna ordinanza, sostenendo di avere applicato la legge che vieta espressamente l’ingresso in una struttura carceraria (!) di telecamere, registratori eccetera (e il processo Tortora allora ???). Ai giornalisti è stato poi fatto divieto di introdurre persino i telefonini.
12-11. Gli avvocati di Bassolino (Massimo Krogh), di Impregilo (Alfonso Maria Stile), della FISE (Paolo Siniscalchi) e altri si oppongono a varie costituzioni di parti civili, soprattutto di quelli che chiedono solo risarcimento danni. Gli avvocati di Regione, Provincia e Comuni vari contestano le eccezioni dei difensori. Si passa al 3 dicembre.
3-12. Ancora eccezioni. Il PM Paolo Sirleo ne contesta molte. Il Tribunale emmeterà l’ordinanza in proposito il 17 dicembre.
17.12. Ultima del 2008. Il tribunale rigetta quasi tutte le eccezioni. Alcune parti civili non sono ammesse per vizi di forma. Si dichiara aperto il dibattimento, dalla prossima udienza. Le udienze si terranno sempre di mercoledì.
14.1.2009 La Procura emette un’ordinanza che vieta in aula qualsiasi apparecchiatura, telefonini compresi. Circa 450 le parti offese, il Tribunale prende due settimane per decidere. Intanto due capi di imputazione contro Bassolino, risalenti al 30 luglio 2001, decadono il 30 gennaio per prescrizione. Si tratta di due piazzole abusive di stoccaggio di CDR (combustibile da rifiuto). Questa autorizzazione illecita avrebbe favorito Impregilo. La prescrizione comunque non riguarda i reati più gravi. L’udienza del 7 gennaio è rinviata, si passa al 14.
14.2 Il PM chiede lo sfoltimento dei testi delle difese e delle parti civili. Chiede in particolare di NON sentire gli ex governatori Rastrelli e Losco, i commissari Pansa, Bertolaso, De Gennaro, gli ex-prefetti, i politici Gianni Letta, Willer Bordon, Alfonso Pecoraro Scanio, Altero Matteoli, vari sindaci, Don Rigoldi e Don Rinaldi e molti altri. Le difese protestano. Prima processo mastodontico, po si sfoltiscono i testi. La difesa di Bassolino vuole dimostrare che molti problemi sono stati ereditati. E’ un processo politico, dicono. Dunque i politici ci devono stare. Disparità di trattamento eccetera. Si rinvia al 18 febbraio. L’udienza poi salta al 25 su richiesta dei difensori.
25.2 La Corte ammette sostanzialmente tutte le richieste dei PM, tranne eccezioni.
4.3 Deposizione di Mario Taliento, maresciallo del nucleo ecologico dei Carabinieri di Roma. Il piano rifiuti prevedeva 7 impianti per la produzione di Combustibile Da Rifiuto (CDR) oltre ai 2 termovalorizzatori. Ce ne sono 4, gli altri 3 li deve costruire la FIBE. Spiega il ciclo: solo il 40% dei rifiuti gestiti da FIBE sono trasformati in CDR, le ecoballe sono stoccate irregolarmente nella discarica di Caviano, perché Acerra non è ancora in funzione. L’altro 60% finisce in discarica Cava Giuliani gestita sempre dalla FIBE. Le ispezioni le trovano. Altri rifuiti umidi, trattati dai tritovagliatori e destinati al compostaggio, avevano abusivamente il codice 200108, riservato agli scarti di mense e cucine, mentre non lo erano. Emerge anche che i rifiuti destinati al CDR non venivano da raccolta differenziata, ma indifferenziata. Il contratto prevedeva la differenziata a monte, poi la lavorazione del CDR e infine la combustione nel termovalorizzatore. Poi viene la deposizione di Paolo Paolinelli, della multinazionale MWH, consulente ed esperto. Aveva fatto la valutazione del progetto per ottenere il finanziamento dalle banche. Rileva la scarsa qualità del CDR, nettamente inferiore a quella prevista dalle clausole contrattuali. Le banche cercano di ottenere impegni per finanziare le modifiche gli impianti, per alzare il livello CDR (si pensa anche ad aggiungere carta e plastica per alzare il livello della capacità di combustione).
11.3 La difesa punta a imputare alla mancata raccolta differenziata le difficoltà delle aziende accusate. Scarsa o nessuna attuazione da parte dei Comuni. Gli impianti lavorano su rifiuti indifferenziati, per questo il CDR è umido e brucia poco, dicono. Difficoltà anche nel gestire i flussi, superiori alle aspettative. Insomma tutto il ciclo non funzionava. Poi testimonia Tomaso Sodano, già presidente della Commissione Ambiente del Senato ed ex membro della Commissione di inchiesta sui rifiuti (Rif.Com.). Sodano aveva già presentato una denuncia nel 2002, accusando Bassolino di favorire le aziende private. E’ da questa denuncia che ha preso il via l’inchiesta. Non aveva senso produrre ecoballe, se non si possono bruciare. Possono essere stoccate al massimo per 6 mesi (ma non era previsto dal contratto); poi diventa una discarica di fatto, con perdite di percolato (inquinamento del terreno); il loro trasferimento in altre regioni o in Germania comporta nuovi costi; gli impianti di CDR spesso si fermavano, per lo più a causa dell’eccesso di materiale indifferenziato in entrata. Qualità CDR scadente: rifiuti triturati e incellofanati in balle. Il piano regionale prevedeva il 65% di indifferenziata e 35% di differenziata. L’indifferenziata, a sua volta, era così suddivisa: 30% Frazione Organica Stabilizzata (FOS), 20% di rifiuti metallici selezionati su nastri speciali, 50% CDR. I 7 impianti di CDR campani avrebbero dovuto smaltire quest’ultimo 50%. Sodano sostiene che spesso alle società private finivano denari per l’adeguamento degli impianti, per lo staccaggio nelle piazzole e per il trasporto fuori regione, con rapporti finanziari poco chiari. Sodano definisce “tesoretto” le ecoballe, che servono in garanzia alle imprese per ottenere finanziamenti dalla banche. Le difese hanno puntato a evidenziare il colore politico di Sodano, contrario a tutto il ciclo e ai termovalorizzatori.
18.3 Si parla di critiche ideologiche di Sodano, che ha partecipato alle proteste popolari. Le aziende non hanno interesse a stoccare ecoballe, al contrario, dice la difesa. Krogh (Bassolino) dice che alcuni costi effettivamente spettavano al Commissariato e altri alle imprese. La Fibe avrebbe dovuto fare piccole discariche per il “soballo”, scarto del CDR. Poi c’erano gli impianti di compostaggio, a carico del Commissariato. La frazione organica avrebbe dovuto essere stabilizzata (FOS) invece finiva in discarica. Poi si passa alla deposizione di Sergio Pomodoro, progetti energetici di Impregilo. Descrive la “catena di comando” aziendale. FIBE è una Associazione Temporanea di Imprese (ATI), nata dall’alleanza fra Fisia, Impregilo, e le tedesche BABCOCK ed EVO. La gara parte dalla “tariffa di smaltimento” (la parte energia è pagata a tariffe fisse e agevolate). L’offerta prevedeva la produzione di circa 17.000 kilojoule per 1 kg di CDR (1 kilojoule = 0,23 kilocalorie). A gara vinta ci si accorge che si otteneva fra i 15.000 e i 12.000 kj. Cominciano una serie di test, alcuni “soddisfacenti”, altri negativi. I rifiuti in entrata (RSU, rifiuti solidi urbani) hanno una valore calorico superiore al CDR prodotto dopo il trattamento. Nasce poi la distinzione fra CDR1 e CDR2, quest’ultimo di qualità inferiore: ha un potere calorifico (PCI) di soli 10.000 kilojoule, cioè è inutilizzabile per il termovalorizzatore di Acerra. CDR 1 e 2 vengono stoccati in balle identiche, senza possibilità di distinzione. (!!!) compromettendo così le possibilità di incenerimento. Si fanno domande su aspetti tecnici, incongruenze eccetera.
25.3 Vengono sentiti altri testi importanti. Ettore D’Elia (giunta Rastrelli) racconta di quello che accadde prima della gara, vinta dalla FIBE nel ’99. Il piano Rastrelli prevedeva 15 impianti per il CDR, 5 termovalorizzatori (uno per provincia) e 7/8 impianti di compostaggio. ENEL si impegnava a costruire un termovalorizzatore a costo zero (smaltimento e combustione) in cambio della vantaggiosa tariffe CIP 6 per l’energia prodotta, la AMIU (poi META) di Modena idem. In attesa di Acerra, la CDR sarebbe stato bruciato in altre regioni (Puglia). Rastrelli chiedi una proroga per concludere l’accordo ma il governo impone la gara comunitaria. Anzi due gare, una per Napoli, l’altra per le altre province. In Commissione quattro professori: Raimondo Pasquino (area De Mita) Umberto Arena (univ. Caserta) Gerardo Rescigno e Paolo Togni (poi parlamentare di Forza Italia). Vince l’offerta FIBE per la tempistica proposta, 300 giorni lavorativi (!!!) e i costi: 83 lire al chilo di rifiuto smaltito. ENEL invece aveva stranamente chiesto 120/130 lire al chilo (prima era gratis) e la Meta non si è neppure presentata. Come si spiega ? Il teste non sa rispondere. Varie domande sulle modalità della gara. Le difese insistono sulla mancata raccolta differenziata. Poi viene sentito Dario Scalarini, uomo di Bassolino e finito alle relazioni esterne di FIBE.
8.4 Controesame di Pomodoro. Questioni molto tecniche. Poiché il CDR è di scarsa qualità, si pone il problema di aggiungere altro per diminuire l’umidità e aumentare potere calorifico (PCI). Si parla di rifiuti speciali, di altri non pericolosi, di essiccazione eccetera. Vengono aggiunti, con un muletto, degli additivi sul nastro trasportatore verso le ecoballe, con risultati non efficaci. Il progetto prevedeva 14 mesi fra l’entrata in funzione degli impianti CDR e l’avvio del termovalorizzatore di Acerra. Lo smaltimento del CDR doveva essere nel frattempo a carico della FIBE, ma l’incenerimento in altro impianti costava troppo e si optò per stoccare le ecoballe. Pomodoro ha detto che la qualità scadente del CDR dipendeva anche dal rifiuto in entrata, molto umido perché lasciato a lungo nei cassonetti e semplicemente compattato. Per quanto concerne la costruzione del termovalorizzatore, si è parlato delle modifiche al progetto, per abbassare il CDR da bruciare da 13-18.000 kilojoule a 9-16.000. La Fibe però non rispose. La presenza della falda acquifera a nove metri nel sottosuolo era nota sin dai primi rilievi geologici e ha comportato un ritardo nei lavori (la fossa prevista di 12 metri è poi stata ridotta a 8). Le difese hanno attaccato con domande sulla gara, sulle misura di CDR 1 e 2 , sui ritardi nella costruzione, sulla quantità eccessiva di RSU in entrata, sul mancato impianto di compostaggio, sulla revoca dell’autorizzazione a utilizzare alcune cave come discariche, sull’obbligo di accogliere i rifiuti dei comuni anche in condizioni di sovraccarico. Ma soprattutto sulla mancata raccolta differenziata. Questo punto è fondamentale: secondo l’accusa, la mancata raccolta differenziata non diminuisce, semmai aumenta il potere calorico dei rifiuti, per la presenza di carta e plastica materiali altamente combustibili. (Per capirci: se si toglie il secco, cioè carta e plastica, il rifiuto è più umido e brucia peggio. Dunque il problema per ottenere un buon CDR non è la differenziata, ma il trattamento successivo).
24.4 Interrogatorio del consulente Paolo Rabitti, per la commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (VAI). Durante il percorso, sostiene Rabitti, ci sono modifiche sostanziali, irregolari dal punto di vista procedurale e normativo. Esempio: nella gara, si prevede una percentuale di 36% di Compost, che è un prodotto non un rifiuto e non va in discarica; il progetto inviato al ministero prevede invece non più compost, ma per il 28,45% di FOS (frazione organica stabilizzata), che NON è un prodotto ma un rifiuto e va in discarica. Inoltre il previsto impianto rompisacchi è sostituito da un trituratore, cioè un semplice frullatore che compromette i livelli di umidità delle frazioni secche. E’ questo porta a un CDR di cattiva qualità (NON la macata raccolta differenziata). I separatori “aeraulici” sono sostituiti da un impianto “balistico”. I separatori magnetici per i materiali ferrosi non sono mai entrati in funzione. Tutto questo porta allo stravolgimento del ciclo e alle conseguenze descritte. Secondo Rabitti, nessuna commissione di collaudo rileva queste difformità fra progetto e impianti realizzati. La società MWH incaricata dell’analisi del progetto (“due diligence”) rileva tutte queste incongruenze e un anno e mezzo prima del collaudo. La Banca che deve finanziare chiede alla MVH, che risponde che la qualità del CDR è tale da compromettere tutto il progetto. Dopo questi rilievi si tenta di separare CDR 1 e 2 senza il parere del Commissario e delle commissioni di collaudo. Le analisi fatte in proprio portano a risultati positivi (chissà perché…) mentre quelle fatte dalla IPLA di Genova sono al contrario molto negative. L’a.d. di Fibe, Vanoli, riferisce solo delle prime e omette le seconde. Lamenta che i rifiuti consegnati non sono a norma perché “troppo umidi” e afferma che si può comunque termovalorizzare anche con percentuali di umidità superiori al 25% (dato quest’ultimo scientificamente errato secondo il teste). La MVH, per dare parere positivo, ignora il CDR2 e valuta solo l’altro. La “due diligence” dice alle banche che gli impianti sono a norma e che tutto va bene.
6.5. Seguito della deposizione di Rabitti: i controversi e contestati provvedimenti di Bassolino. Due ordinanze dell’agosto 2002, la 275 dispone l’apertura degli impianti sabato e domenica e la 286 dispone che la Fibe deve accettare i rifiuti fino a portata massima degli impianti. La qualità del CDR verrà verificata poi alla consegna al termovalorizzatore. Queste ordinanze stravolgono completamente le previsioni contrattuali. L’ordinanza 391 del 3 dicembre 2002 stabilisce poi che il potere calorico del CDR ammesso scende da 15.000 a 12.500 kilojoule per chilo e che il tasso di umidità ammesso passa dal 25 al 30%. Rabitti presenta poi alcune tabelle con analisi effettuate nel 2004. I dati non sono rientrano mai nei limiti previsti, vi sono alte concentrazioni di cloro e zolfo, gli scarti di cdr (“sovvallo”) hanno spesso potere calorico superiore e umidità inferiore a quelli del cdr bruciato (!!!). Analizzando i moduli unici di dichiarazione (MUD) della FIBE si possono capire molte cose. I conti del materiale in entrata e in uscita non quadrano e risultano molte anomalie. Nel 2003 da quasi tutti gli impianti campani esce più materiale di quanto ne entra (!!!). Invece di calare del 20% come previsto dal contratto, aumentano di peso, da 1.456.139 a 1.488.481 tonnellate. Un semplice calcolo che non poteva sfuggire a nessuno. Nè i collaudatori nè il Commissariato ebbero nulla da ridire. Infine i collaudi: tutti gravemente omissivi, se non omertosi, secondo la deposizione di Rabitti. Non si poteva non rilevare la discrepanza fra il contratto e le caratteristiche dell’impianto.
27.5 – 3.6 – Nel controinterrogatorio Rabitti conferma tutte le sue dichiarazioni e la sua versione dei fatti. Le udienze di giugno saltano per la pausa elettorale e per l’assenza di alcuni avvocati. I termini di prescrizione sono sospesi.
2.7 Fine del contro-esame di Rabitti. Si fissano le udienze future, che in autunno saranno solo 7, per vari motivi. Ma i tempi di prescrizione sono sospesi. Se il processo tornerà in un’aula del Palazzo di Giustizia, RR potrà di nuovo trasmettere.
16-7 Il teste Enzo Vittorio Favoino esperto di pericolosità dei rifiuti. Sottolinea la mancanza di operaioni di “raffinazione spinta”. Si faceva solo raffinazione “dimensionale” e non quella fondamentale “densimetrica” per la trasformazione dell’organico “sporco” in FOS, ricco di materiale organico. La densimetrica avrebbe ridotto la FOS dal 38 al 15-20%. Sarebbero stati necessari tempi di lavorazione più lunghi rispetto ai 28 giorni previsti. Anche questo teste sottolinea che i dati presentati dagli impianti erano fortemente contraddittori e incongruenti. Le difese insistono sulla mancata raccolta differenziata come causa del cattivo risultato del CDR. La colpa sarebbe dei Comuni. Favoino dice anche che la frazione organica, se non è ben stabilizzata, poi fermenta e produce biogas, dunque fetore, e il percolato (molto inquinante) che contamina le falde acquifere, con gravi conseguenze per l’ambiente l’agricoltura e la salute.
18.11 L’udienza dura solo due ore perchè si decide di acquisire agli atti i verbali di interrogatorio dei 7 testi previsti per quel giorno. I contro interrogatori sono tutti tecnici e più o meno sulla falsariga dei precedenti. Tutti hanno confermato che la stabilizzazione della frazione organica non si faceva. Le difese cercano di imputare le cause a fattori esterni agli impianti: sovraccarico degli impianti, discariche intasate ecc. Il teste Parrillo dice che se nel 2005 dalla produzione risultavano degli scarti, oggi viene imballato praticamente tutto: la stessa denominazione degli impianti è cambiata e adesso si chiamano “impianti ex-CDR” !!! Particolare rivelatore.
Verso la fine del 2009, il tecnico di RR che seguiva il processo ha smesso di farlo. Le udienze nel complesso sono state 8 nel 2008, 19 nel 2009 e 6-7 nel 2010, sinora. La prossima è fissata per mercoledì 22 settembre. Se il processo tornerà al Palazzo di Giustizia (forse nell’aula di Calciopoli) RR potrà ricominciare a registrare e trasmettere le udienze.