Gli impianti fuori norma, Bassolino lo sapeva
Udienza fiume al processo Bassolino di Napoli, iniziata col controesame dei difensori degli imputati che hanno puntato sulla scarsa attuazione del piano di raccolta differenziata dei rifiuti.
In particolare, Paolo Siniscalchi, difensore di Fisia Italimpianti, ricordando che gli impianti campani erano uguali a quelli installati a Cagliari, ancora oggi in funzione, quelli napoletani funzionavano male perché dentro ci finivano rifiuti indifferenziati che non raggiungevano il potere calorifico necessario alla loro trasformazione in energia.
La raccolta differenziata era dettata dal piano regionale ma i comuni non si sono preoccupati di diffonderla.
Il personale addetto agli impianti lamentava difficoltà di gestione dei flussi di rifiuti in entrata, superiori a quelli supportati dagli impianti.
Nel pomeriggio ha deposto l’ex senatore Tommaso Sodano, nel ’98 vicepresidente della Commissione ambiente.
Fu un suo esposto a dare il via alle indagini sfociate in questo processo: “Giulio Facchi – imputato nel processo - mi aveva segnalato molti punti critici nel ciclo dei rifiuti, fra cui la produzione di ecoballe senza che l’inceneritore fosse pronto per bruciarle. Perciò venivano stoccate per tempi lunghissimi trasformando i siti in discariche, senza averne le caratteristiche di sicurezza. Punti critici” che secondo Sodano Facchi segnalava sempre anche a Bassolino.
Siccome gli stoccaggi introdotti da Bassolino nel capitolato di gara non erano previsti “lo smaltimento delle ecoballe che era a carico della Fibe diventava un onere per lo Stato“. Fu il commissariato ad accollarsi le spese per allestire i siti e adeguare gli impianti — per esempio quello di Caivano — in seguito alle proteste della popolazione per i miasmi provenienti dalle balle.
Un altro punto importante della deposizione dell’ex senatore Sodano ha riguardato il dimensionamento degli impianti per la produzione di combustibile da rifiuti. Nel ’98 l’allora ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, aveva chiesto al presidente della Regione, Antonio Rastrelli, che si bruciasse la metà dei rifiuti che giungevano negli impianti dopo che ne fosse stato tolto a monte, grazie alla raccolta differenziata, il 35 per cento. Negli anni successivi, invece, gli impianti furono dimensionati per bruciare tutti i rifiuti raccolti.
La deposizione di Sodano, protrattasi per 3 ore é stata caratterizzata da battibecchi tra difesa e accusa, rappresentata dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Anche alcuni avvocati della difesa hanno rivolto domande all’ex senatore: tra loro Giuseppe Fusco, che assiste Bassolino, che ha voluto sapere se il governo fosse a conoscenza di quelo che accadeva in Campania.
Sodano ha risposto che le sue prime interrogazioni risalgono al 2001 e che più di una volta aveva chiesto al ministro Matteoli di risolvere il contratto, poi risolto nel 2005 con decreto.
Fusco ha anche chiesto se Sodano verificava di persona che Bassolino fosse effettivamente informato da Facchi sulle criticità : il teste ha risposto di no. Il controesame é stato rinviato a mercoledì, dopo l’udienza fiume conclusa alle 18,30.