Processo Bassolino: impianti truccati
Le anomalie nel trattamento dei rifiuti solidi urbani, l'alterazione del CDR, combustibile da rifiuti, nel quale secondo l'accusa ci finiva dentro di tutto, continuano ad essere all'attenzione del Collegio giudicante della quinta sezione penale del Tribunale di Napoli, presieduto da Maria Adele Scaramella, che giudica 27 imputati tra i quali il Governatore della Campania, Antonio Bassolino, per una serie di reati che vanno dal falso alla truffa ai danni dello Stato fino all'abuso d'ufficio.
Il processo "Romiti+altri" ha messo alla sbarra anche i vertici di Impregilo e Fibe. Due gruppi industriali, questa una delle accuse da dimostrare, che vincendo la gara per la realizzazione di un sistema integrato di trattamento dei rifiuti solidi urbani della regione Campania avrebbero successivamente falsato alcuni passaggi della lavorazione. Venendo così meno alle prescrizioni del capitolato di gara, da un lato e provocato un danno ambientale di proporzioni enormi, dall'altro.
Oggi hanno deposto, in qualità di testi, due consulenti dei PM Noviello e Sirleo. I chimici industriali Mauro Sanna e Massimo Falleni.
Che si sono occupati di redigere tre diverse consulenze e svolgere un sopralluogo presso ciascuno dei sette impianti oggetto del dibattimento e di valutare anche gli atti amministrativi e la cornice normativa che regolava il bando di gara originario e le successive modifiche.
Sottoposto alle domande del PM Paolo Sirleo, è stato Sanna a spiegare come già dalla lettura degli atti sarebbe emersa la circostanza di un aggiramento del capitolato di gara da parte di Impregilo-Fibe, vincitrici dell'appalto.
Nell'ambito del decreto ministeriale 52/98 sono state esaminate le ordinanze 2774/98 e 391/2002. La prima "metteva le basi per la realizzazione degli impianti ed i principi alla base del capitolato di gara". Successivamente, ad appalto concluso, la seconda ordinanza - secondo il consulente - "cambiava le regole del gioco a partita cominciata".
In particolare aumentando la soglia massima di umidità del CDR da incenerire, di fatto se ne riduceva la portata energetica ed allo stesso tempo venivano ridotte cura e perizia nel trattamento dell'umido da destinare al compostaggio.
Per non parlare di quelle clausole che "garantivano" alle imprese aggiudicatarie dell'appalto una quantità notevole e garantita di rifiuti solidi urbani da incenerire a prescindere dalla raccolta differenziata.
Sempre Sanna ha affermato che "in alcuni casi usciva più di quello che entrava" con riferimento alla quantità di materiale destinato all'incenerimento. Il CDR prodotto, talvolta, era superiore a quello di progetto e gli scarti inferiori. Un paradosso".
Un paradosso di cui era bene a conoscenza il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti dell'epoca che risponde al nome di Antonio Bassolino.
Le testimonianze, rese su consulenze svolte anche 9 anni fa, questo va detto, hanno però smesso di brillare al momento del contro esame da parte della difesa. E' bastato porre la domanda su quanto sia durato ciascun sopralluogo in ogni impianto, i consulenti hanno detto di averne controllati 7 in un solo giorno, per provocare un evidente imbarazzo nelle risposte dei due tecnici. L'avvocato Andrea Garaventa difende 7 dei 27 imputati totali.
La Corte ha fissato il calendario delle udienze fino al 30 giugno 2010 nonostante i tempi della prescrizione corrano spediti a fronte di oltre 450 testi ancora da ascoltare.
Le telecamere e - incomprensibilmente - anche i registratori si fermano qui. Ai giornalisti vengono sottratti anche computer e telefoni cellulari, perché le udienze si svolgono all'interno dell'aula bunker di Poggioreale. Era previsto che venissero riportate nelle aule del Centro Direzionale ma il Presidente Scaramella ha spiegato che per "precisa disposizione del presidente del Tribunale" il processo continuerà a celebrarsi dentro la piccionaia di Poggioreale.