Processo Bassolino: scarsa attuazione del piano
"Mercoledì 10 marzo nell'aula bunker del carcere di Poggioreale di Napoli si è tenuta l'ennesima udienza del processo Bassolino.
Il controesame dei difensori ha puntato sulla scarsa attuazione del piano di raccolta differenziata.
In particolare Paolo Siniscalchi, difensore di Fisia Italimpianti, ha detto che siccome gli impianti campani erano uguali a quelli installati a Cagliari, ancora oggi in funzione, il problema era la differenziazione dei rifiuti che non c'è stata, a differenza di quanto imponeva il piano regionale.
I rifiuti indifferenziati, durante la combustione, producevano un potere calorifico inferiore al necessario, rendendo vani i tentativi di produrre il CDR.
Il problema, secondo Siniscalchi, era sollevato anche dal personale, che lamentava difficoltà di gestione dei flussi di rifiuti in entrata, superiori a quelli supportati dagli impianti.
Alle 15 è stata la volta dell'ex senatore Sodano.
Da un suo esposto cominciarono le indagini sul ciclo dei rifiuti hanno portato al processo Bassolino: lo ha detto in aula l'ex presidente della commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano, durante la sua deposizione.
«Giulio Facchi, imputato nel processo, mi aveva segnalato molti punti critici nel ciclo dei rifiuti. Uno dei principali era che gli impianti producevano ecoballe senza che l'inceneritore fosse pronto per bruciarle. Perciò venivano stoccate per tempi lunghissimi trasformando i siti in discariche, senza averne le caratteristiche di sicurezza. Punti critici - che secondo Sodano - Facchi segnalava sempre anche a Bassolino».
Stoccaggi che nel capitolato di gara non erano previsti: «Lo smaltimento delle ecoballe era a carico della Fibe, lo stoccaggio, introdotto da Bassolino, diventava un onere per lo Stato». Fu il commissariato ad accollarsi le spese per allestire i siti e adeguare gli impianti — per esempio quello di Caivano — in seguito alle proteste della popolazione per i miasmi provenienti dalle balle.
Un altro punto importante della deposizione dell'ex senatore ha riguardato il dimensionamento degli impianti per la produzione di combustibile da rifiuti. Nel '98 l'allora ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, aveva chiesto al presidente della Regione, Antonio Rastrelli, che si bruciasse la metà dei rifiuti che giungevano negli impianti dopo che ne fosse stato tolto a monte, grazie alla raccolta differenziata, il 35 per cento. Negli anni successivi, invece, gli impianti furono dimensionati per bruciare tutti i rifiuti raccolti.
La deposizione di Sodano si è protratta per oltre tre ore ed è stata caratterizzata da battibecchi tra difesa e accusa, rappresentata dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Anche alcuni avvocati della difesa hanno rivolto domande all'ex senatore: tra loro Giuseppe Fusco, che assiste Bassolino, che ha voluto sapere se il governo fosse a conoscenza di quelo che accadeva in Campania.
Sodano ha risposto che le sue prime interrogazioni risalgono al 2001 e che più di una volta aveva chiesto al ministro Matteoli di risolvere il contratto, poi risolto nel 2005 con decreto.
Fusco ha anche chiesto se Sodano verificava di persona che Bassolino fosse effettivamente informato da Facchi sulle criticità: il teste ha risposto di no.
Il controesame è stato rinviato a mercoledì perché, a causa del temporale, nell'aula bunker è mancata la luce. Il tutto è rimandato all'udienza di mercoledì prossimo sempre qui nell'aula bunker del carcere di Poggioreale."