Se il buongiorno si vede dal mattino...

È ancora emergenza rifiuti a Napoli, ma le promesse di De Magistris e Sodano si scontrano con i fatti: come già accaduto a Serre e poi ad Acerra, il neo assessore all'Ambiente, riempiendosi goffamente la bocca con gli slogan dei comitati e delle associazioni ambientaliste campani e proponendosi come “garante” del rispetto delle decisioni (già) prese, cerca di prendere tempo per contribuire a portare a compimento, nei fatti, il “ciclo integrato dei rifiuti”, di cui ancora oggi molti non afferrano le devastanti conseguenze ambientali.
21 giugno 2011 - Coordinamento Regionale Rifiuti

In queste ore di drammatica crisi rifiuti per Napoli e provincia, acutizzata da una sentenza del Tar Lazio che vieta il trasferimento dei rifiuti napoletani fuori regione, si attendevano le prime scelte della neo-amministrazione comunale, che da tempo sbandierava soluzioni radicalmente innovative, orientate al riciclo dei materiali, ambientalmente compatibili e vicine alle istanze dei cittadini, mostrando così l'intenzione di porre una volta per tutte fine alla decennale emergenza rifiuti.
Purtroppo però, dopo i proclami populistici della campagna elettorale, che promettevano in sei mesi il raggiungimento del  70% di raccolta differenziata e nessun impianto di incenerimento per Napoli-Est, il neo assessore all'ambiente Tommaso Sodano ha svelato le reali intenzioni dell'amministrazione affermando candidamente che "Acerra c'è e va fatta funzionare" e che l'unico compito del Comune di Napoli è "occuparsi dall'igiene urbana e della raccolta rifiuti ma tutta la parte degli impianti resta di competenza della Provincia e della Regione".
Come a dire, che quanto sbandierato in campagna elettorale su impianti di compostaggio e TMM era pura propaganda elettorale.

Ma vi è di più. Secondo il Presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, che ha firmato, in accordo con il comune di Napoli, l'ordinanza di individuazione ad Acerra, Caivano e Napoli-Est di tre siti di trasferenza in cui portare i rifiuti (la cosiddetta "soluzione finale" per ripulire Napoli in 5 giorni) sarebbe stato lo stesso Sodano ad indicare personalmente le aree da utilizzare: "polmoni", a suo dire, per consentire a Napoli di respirare, mini-discariche nei fatti, nelle quali accumulare le oltre 10.000 tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il napoletano. Del resto, era chiara l'intenzione del Comune di Napoli  di contribuire alla individuazione dei siti già nella delibera di Giunta n. 739/2011 dove si legge che l'Amministrazione "si impegna ad individuare siti di trasferenza anche sovra comunali".
Ancora una volta la grande metropoli si serve dunque delle aree rurali interne per risolvere le proprie incapacità gestionali. Come nel passato, si sferra nuovamente un colpo basso ai cittadini di Acerra, terra in pieno "triangolo della morte", ben nota allo stesso Sodano per la devastazione ambientale causata da decennali sversamenti illegali di rifiuti tossici, e su cui oggi insistono il mega-inceneritore e due tra impianti biomasse e di depurazione, eredità della ex-Montefibre. Tutto ciò nonostante la prima sezione del Tar Lazio abbia accolto il ricorso proposto dal Comune di Acerra contro la proroga dello stoccaggio dei rifiuti sulla piazzola numero 7 del sito in località Pantano, vietando di fatto qualsiasi conferimento.
E se da un lato si fa finta di proteggere l'area industriale di Napoli-Est, dove da anni si aspettano le bonifiche, dall'altro si manovra  per portare lì altre devastazioni.

Senza contare, poi, la riconferma nel nuovo consiglio di amministrazione di Asìa per questioni di "conoscenza della struttura aziendale" dell'inceneritorista Daniele Fortini. Colui che ha condotto al fallimento la raccolta differenziata in città, nonostante l'azienda disponesse di 179 milioni di euro per il contratto di servizio. Quegli stessi soldi con cui oggi, senza ulteriori previsioni di spesa, la nuova amministrazione vorrebbe almeno raddoppiare la copertura della RD in città.

In questo clima di tensione, De Magistris e Sodano annunciano un viaggio a Bruxelles, poi rimandato all'ultimo momento, mentre è in realtà chiaro a tutti che i fondi UE non verranno sbloccati fino a quando non vi saranno evidenti iniziative e tangibili risultati sulla città di Napoli, tesi finalmente ad estendere a tutta la città la raccolta differenziata e ad evitare lo sversamento in discarica di rifiuto  tritovagliato non stabilizzato.

C'è infine l'ultimo aspetto, il più importante, che riguarda la tanto sbandierata questione della partecipazione.
Ad avviso del CO.RE.ri. (Coordinamento Regionale rifiuti - Campania) non è possibile partecipare ad alcun tavolo di confronto, finché questi saranno convocati, come avvenuto per la prima delibera di giunta sui rifiuti, a decisioni già prese, unicamente per ottenere a posteriori l'appoggio della società civile su scelte unilaterali, disarmanti e incondivisibili.
È inaccettabile che per le convocazioni si ricorra al passaparola, agli sms o addirittura a facebook, senza che vi sia la strutturazione di organismi di partecipazione che consentano il riconoscimento formale della cittadinanza attiva nell'assunzione delle decisioni più che nella loro successiva approvazione. Per tale motivo il Coordinamento Regionale rifiuti non prenderà parte ad alcun incontro che sia formalizzato nelle suddette modalità.
Come CO.RE.ri. ribadiamo che nessun sostanziale cambiamento, sul tema della partecipazione, potrà avverarsi nella città di Napoli se i cittadini non saranno messi realmente nelle condizioni di partecipare ai processi decisionali che toccano nel vivo i loro diritti. Auspichiamo che al più presto si possa discutere in assemblea pubblica con contraddittorio del piano complessivo di gestione dei rifiuti e non di singole delibere.
Al momento i primi atti prodotti dalla nuova amministrazione non lasciano certo ben sperare.

Napoli, 21/06/2011

Coordinamento Regionale rifiuti della Campania (CO.RE.ri.)
http://www.rifiuticampania.org
- contatti@rifiuticampania.org
Tel: 334-6224313 - 393-5477300

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