Il Coordinamento Regionale rifiuti della Campania sottoscrive l'appello "Per la salvezza della Campania"
Napoli, 29 marzo 2011
Il Coordinamento Regionale rifiuti della Campania, realtà rappresentativa dei comitati di cittadini e delle libere associazioni dell'intera regione, che si battono da anni per la tutela dell'ambiente e per il diritto alla salute, non può che sottoscrivere l'appello "Per la salvezza della Campania" lanciato dalle Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia e di seguito riportato.
Il CO.RE.ri. ha difatti espresso da tempo proposte concrete tese a favorire il riciclo totale della materia, superando definitivamente le logiche emergenziali.
Tali logiche sono infatti basate, ancora oggi, dopo oltre 16 anni di emergenza, più che su una ordinanza regionale che imponga da subito la separazione secco-umido in tutta la regione, sull'affannosa e continua ricerca di inutili e dannose discariche di rifiuto indifferenziato; saranno basate, domani, sulla devastazione finale del territorio campano, prevista dal nuovo piano regionale, pericolosamente ed esclusivamente incentrato sull'incenerimento dei rifiuti e sulla dismissione degli STIR, che potrebbero essere piuttosto convertiti in impianti di selezione meccanica e recupero della materia, da affiancare a quelli di compostaggio, già presenti sul territorio e mai messi in funzione.
La "vera vergogna non più tollerabile" è dunque che esistano frange di pseudo-intellettualismo campano che prestino il fianco alle stesse posizioni pro-discariche e pro-inceneritori che hanno portato la nostra regione all'attuale collasso ambientale.
http://www.rifiuticampania.org - contatti@rifiuticampania.org
Per la salvezza della Campania
Come fermare l’emergenza rifiuti in Campania tutelando la salute e l’ambiente
In Campania le discariche realizzate in base alla legge 123/2008 sono fonte di pericolo per la salute e l’ambiente. La legge 123 condanna la Campania ad un diritto diverso da quello delle altre regioni con pesanti deroghe alle leggi italiane ed europee in materia di rifiuti e protezione ambientale, fino a consentire lo smaltimento, nelle discariche per rifiuti urbani, di rifiuti indifferenziati e di scarti contenenti sostanze pericolose. Si genera, così, un percolato tossico che inquina i terreni, raggiunge le falde acquifere e provoca – come evidenziano le inchieste della magistratura – gravi danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. L’art. 18, tra l’altro, deroga finanche all’obbligo di impermeabilizzare il fondo delle discariche, rendendo tutte le discariche campane fomite di disastri ambientali. La legge 1/2011, pur sostituendo al termine “emergenza” quello di “somma urgenza”, prolunga, in effetti, lo stato di emergenza, e consente di affidare la realizzazione delle discariche senza bando di gara pubblica e abolisce sia la vera valutazione di impatto ambientale sia i limiti che le ordinanze d’urgenza devono rispettare.
Le discariche di Pianura (Na), Lo Uttaro (Ce), Macchia Soprana e Basso dell’Olmo (Sa), Savignano Irpino (Av) e Sant’Arcangelo Trimonte (Bn) testimoniano il disastro ambientale che tutt’ora continua anche a Chiaiano (Na), come dimostrano le analisi condotte da Franco Ortolani, ordinario di geologia della “Federico II” e che in questi giorni si preannuncia per l’avellinese.
In queste condizioni, la realizzazione di altre discariche potrebbe solo perpetuare la violazione delle leggi per cui l’Italia è stata già condannata dalla Corte di Giustizia Europea per non aver «adottato, per la Regione Campania, tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza arrecare pregiudizio all’ambiente» (sent. n. C-297/08 del 4/03/2010).
La via per evitare nuove sanzioni europee consiste nel separare la parte umida dei rifiuti dalle altre frazioni. Il Presidente della Regione ha tutti i poteri per emanare un’ordinanza “contingibile ed urgente” per la separazione della frazione umida dei rifiuti dalle componenti secche. Infatti, l’art. 32 della l. 833/1978, recepito dall’art. 4 della legge regionale 13/1985, conferisce alla Giunta regionale e al suo Presidente ampi poteri in materia di igiene e sanità pubblica. La realizzazione di una raccolta differenziata straordinaria secco/umido ridurrebbe entro due mesi i rifiuti indifferenziati almeno del 50-60%, salverebbe la popolazione dai pericoli sanitari legati al marcire dei rifiuti organici abbandonati per strada e scongiurerebbe l’apertura di nuove discariche o l’ampliamento di quelle esistenti.
Il Presidente della Regione potrebbe, inoltre:
a) promuovere una legge regionale per incentivare la raccolta differenziata finalizzata al riciclo, sicuro della straordinaria capacità della popolazione che ha raggiunto in pochi giorni, nei quartieri pilota di Napoli, percentuali del 70-75% nella raccolta differenziata porta a porta condotta dall’Asia. L'estensione di tale positivo esperimento a tutta la città è al momento impedita per mancanza di fondi adeguati.
b) Come suggerisce il Coordinamento Regionale Rifiuti Campania, riattivare gli impianti di compostaggio esistenti; creare una rete di piccoli impianti di compostaggio legati al circuito agricolo; riconvertire gli impianti che producono milioni di balle inquinanti in impianti di recupero della materia, così da rendere inutili gli inceneritori e le discariche.
c) Organizzare, infine, una filiera per il recupero dei materiali differenziati, coinvolgendo gli imprenditori che operano in regione nel settore del riciclo dei rifiuti, a vantaggio dell’ambiente e dell’economia del territorio.
Gerardo Marotta, presidente onorario delle Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia
Nicola Capone, segretario generale delle Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia
Guido Donatone, presidente di Italia Nostra Napoli
Raffaella Di Leo, presidente di Italia Nostra Campania
Luigi De Falco, segretario di Italia Nostra Campania
Stefano Rodotà, professore emerito di Diritto civile della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università "La Sapienza" di Roma
Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato scientifico dell’ISDE
Patrizia Gentilini, ISDE Italia
Alessandro Gatto, presidente Wwf Campania
Gianluigi Salvador, Wwf Veneto e MDF
Salvatore Settis, Scuola Normale di Pisa, presidente onorario della Società di studi politici
Massimiliano Marotta, presidente della Società di studi politici
Vittorio Moccia ed Elena Vellusi, referenti regionali Coordinamento Regionale rifiuti della Campania