Lunedì inizia il processo nel mirino il patto tra camorra, politici e frange del tifo violento

«Pianura, così il clan finanziava gli ultrà»

Le rivelazioni di un pentito: «Il boss Lago girò diecimila euro a Nonno (An) per pagare i teppisti antidiscarica»
12 febbraio 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Soldi girati dalla camorra ai teppisti del San Paolo per ingaggiare scontri con le forze dell’ordine e devastare una fetta di città. Soldi offerti dalla camorra del potente clan Lago - specializzato negli immobili abusivi - ai «ragazzi del Niss» (che sta per «Niente incontri solo scontri»), per infiammare la lunga notte della protesta antidiscarica della periferia occidentale. Gennaio 2008, la verità sulla guerriglia urbana contro la riapertura dello sversatoio di via Contrada Pisani la racconta un ex camorrista, un pentito del clan Lago, firmando nuove accuse nel processo per devastazione che avrà inizio lunedì mattina a Napoli. Si chiama Giovanni Gilardi e la sua testimonianza rappresenta una conferma, agli occhi del pm della Dda Antonello Ardituro, su quanto avvenne nei primi giorni del 2008, quando i rifiuti napoletani divennero cruciale banco di prova per il governo Prodi. Il pentito conferma in pieno il patto politica-camorra-ultrà-imprenditori, ipotizzato lo scorso novembre dalla Dda, nell’inchiesta culminata in 37 arresti. E tira in ballo il consigliere comunale Marco Nonno (An), accusato di aver girato 10mila euro ai teppisti del Niss per tenere alta la tensione a Pianura. Accuse depositate dalla Dda di Napoli dinanzi al Tribunale di Napoli, dove lunedì mattina si discuterà la richiesta di revoca degli arresti domiciliari del consigliere Nonno. Una storia che merita una premessa: non ci sono riscontri concreti di passaggi di denaro fatti dalla camorra a Nonno, che va pertanto considerato estraneo alle ultime accuse depositate sul suo conto. Ma ecco la versione del collaboratore di giustizia Gilardi, che conferma quanto pubblicato dal Mattino nei giorni della violenta protesta di Pianura, sugli «stipendi» pagati dalla camorra ai più facinorosi: «Ricordo di aver incontrato il consigliere Marco Nonno nel locale Etoille di Pianura. Era presente anche Antonio Lago (probabile esponente dell’omonimo clan del quartiere, ndr). Lago mi spiegò che a noi conveniva fare un accordo con Nonno, che gestiva gli scontri di Pianura con un gruppo di ragazzi del Niss». Più in particolare, il collaboratore parla di un passaggio di denaro: «Durante l’incontro con Marco Nonno, Lago mi disse di dare al Nonno 10mila euro che servivano a fare un regalo ai ragazzi del Niss. Lago mi tranquillizzò e mi disse che Nonno in futuro ci avrebbe fatto recuperare i soldi». Poche ore, un secondo appuntamento al bar Etoille, secondo la ricostruzione fatta dal pentito: «Dopo qualche ora diedi ad Antonio Lago 10mila euro in contanti, soldi di provenienza illecita, che Lago diede a sua volta a Marco Nonno. Non rividi più Nonno, perché un mese dopo fui arrestato». Una circostanza al momento priva di riscontri concreti. Non c’è traccia reale di denaro offerto dalla camorra al politico di Pianura per acquistare le prestazioni degli hooligan. Difeso dai penalisti Giovanni Belleré e Sergio Rastrelli, Nonno è detenuto ai domiciliari dalla fine dello scorso anno (dopo una breve parentesi in carcere) ed ha sempre respinto le accuse di aver organizzato una regìa politico-criminale per contrastare la riapertura della discarica di Pianura. In tutte le sedi possibili, ha sempre rivendicato la legittimità della propria condotta, finalizzata ad organizzare proteste civili in difesa del proprio territorio contro rifiuti e speculazioni. Ma per quale motivo la camorra avrebbe finanziato i manifestanti più facinorosi? È ancora il pentito Gilardi a ricostruire il presunto intreccio: «A Pianura i costruttori specializzati negli immobili abusivi sono collegati a noi, al clan Lago-Marra-Racise. Le costruzioni, in particolare, le masserie vengono tirate su col permesso dei clan, che incassano una tangente. Un business che fece registrare un boom proprio grazie agli scontri antirifiuti, che distoglievano forze dell’ordine, tra cui gli agenti del nucleo antiabusivismo».

Powered by PhPeace 2.6.4