Punti programmatici fino al 2013, dubbi su Santa Maria la Fossa Russo: riecco gli sprechi

Rifiuti, Ganapini insiste: due inceneritori

Presentate le linee guida del piano regionale. Bassolino frena l’assessore: rispettiamo la legge
16 ottobre 2008 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Il piano del governo Non un piano dei rifiuti, ma linee programmatiche approvate dalla giunta. È il risultato di una mediazione complessa quello presentato ieri dal governatore Antonio Bassolino e dall’assessore all’Ambiente Walter Ganapini. Un risultato che lascia aperti diversi interrogativi. La legge 123 del luglio 2008 prevede, infatti, all’articolo 6 bis: « il presidente della regione Campania provvede all’aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti sulla base delle disposizioni di cui al presente decreto». La norma stabilisce di realizzare quattro termovalorizzatori. E Bassolino sottolinea: «Noi rispettiamo le leggi. E se la legge prevede che dovranno essere quattro i termovalorizzatori, noi la rispettiamo». E poi: «Stiamo portando avanti un lavoro in collaborazione con il sottosegretariato». Ma le linee guida, che riguardano un periodo più ampio di quello coperto dalla missione Bertolaso (che dovrebbe concludersi il 31 dicembre del 2009) e programmano fino al 2013, sono molto più possibiliste: si punta, in sostanza su due inceneritori. Secondo il piano, infatti, a combustione dovrebbe andare ogni anno 1 milione e 300 mila tonnellate di rifiuti che potrebbero essere bruciati nell’impianto di Acerra che ha una capacità di 450mila tonnellate e nell’impianto di Salerno (altre 450mila) mentre ai cementifici potrebbero andare altre 300mila tonnellate. Ganapini ipotizza una differenziata che nell’ipotesi peggiore dovrebbe arrivare al 20 per cento. Le note dolenti su questo punto vengono da Napoli, ma l’assessore si dice ottimista e poi sorride: «Se parlo della città Bassolino mi prende a calci sotto al tavolo». «È stata inoltre proposta la realizzazione di un inceneritore a servizio della città di Napoli», si legge nelle linee, ma ad oggi mancano «indicazioni sulla taglia dell’impianto». E poi: «Il piano nazionale prevede un inceneritore a Santa Maria la Fossa, a proposito del quale sono però in corso approfondimenti da parte dell’autorità giudiziaria». L’assessore lancia anche l’utilizzo dei gassificatori e sostiene «sono molto meno inquinanti di impianti come quello di Acerra» che, ripete, «è ampiamente superato». E Ganapini ricorda anche che il quinto termivalorizzatore non è previsto dalla legge e lancia un’altra notizia bomba: «Stiamo trattando con l’Enel per lo smaltimento delle ecoballe finora accumulate e si sta valutando l’ipotesi di realizzare, nel territorio di Villa Literno, un impianto di gassificazione». Secondo l’assessore si potrebbe produrre energia per 10 anni. Tutte ipotesi che con il piano del governo hanno poco a che vedere. La proposta di un impianto a Villa Literno, però, provoca l’immediata reazione del sindaco di Giugliano. Giovanni Pianese ricorda che per le balle «c’è un protocollo di intesa tra il Comune di Giugliano ed il sottosegretariato all’emergenza rifiuti». La spazzatura impacchettata dovrebbe essere bruciata dove è stata accumulata, cioè nel giuglianese. Secondo Legambiente, visti i calcoli dell’assessore, sarebbe addirittura sufficiente un solo termovalorizzatore. Le linee guida prevedono anche il rilancio della Recam per la gestione degli impianti ex cdr che vanno rimessi a posto e la costituzione di società provinciali per la gestione del ciclo rifiuti che dovrebbero assorbire tra 8 e 10 mila lavoratori di bacino. Ganapini rilancia anche il progetto Sirenetta per il telecontrollo dei mezzi utilizzati per il trasferimento dei rifiuti. Ma l’ex presidente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Paolo Russo sostiene: «l’assassino torna sempre sul luogo del delitto» e ricorda che il progetto assorbì 10 milioni di euro stanziati per installare 500 computerini sui camion e fu stigmatizzata dalla commissione e dall’ispettore del ministero delle Finanze, Natale Monsurrò.

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