LA SCOMMESSA Vincere la diffidenza: il 75% degli italiani "snobba" il settore agroalimentare campano

Qr Code, dati "veloci" su provenienza e analisi

1 febbraio 2014 - claspa
Fonte: Roma

NAPOLI. I sondaggi indicano che il 74,9% degli italiani consuma meno prodotti provenienti dalla Campania, in seguito agli allarmi di contaminazione del suolo. Per porre un argine ai timori dei consumatori, è nato il progetto QR Code, grazie al lavoro di squadra tra Regione Campania, Confindustria Campania e Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. Grazie al QR Code - un codice a barre nero su un campo bianco di forma quadrata - potranno essere lette tutte le informazioni relative al prodotto utilizzando un semplice telefono cellulare. Al momento dell'acquisto del prodotto, basterà puntare il cellulare sul codice e compariranno tutte le notizie sulla sicurezza e la tracciabilità del prodotto in questione. La schermata porterà al link dell'Istituto Zooprofilattico dove si potranno visionare i risultati delle analisi più recenti, costantemente aggiornate, l'archivio dei risultati delle precedenti analisi effettuate sul prodotto, la posizione geografica delle aziende produttrici. Al momento, le aziende produttrici campane che hanno deciso di sottoporre a controllo i propri prodotti per ottenere il QR Code sono circa 300, 240 hanno già sottoscritto la convenzione, mentre per 68 è in corso l'iter procedurale. L'azienda interessata all'applicazione del codice sul proprio prodotto contatta l'Istituto Zooprofilattico che provvede ad eseguire le analisi e, a seconda del tipo di prodotto, si avvale della collaborazione del Dipartimento di Agraria o del Dipartimento di Medicina veterinaria. L'applicazione da smartphone da la possibilità di verificare le analisi, ma già il fatto che sui prodotti sia apposto questo Codice è indice di un'accurata selezione e analisi del prodotto stesso. Tra l'altro, come annunciato dal presidente Caldoro, anche l'Arpac, che ha subito in questi anni il Piano di Rientro, godrà di maggiori finanziamenti, che passeranno dallo 0,35 allo 0,50% del fondo sanitario regionale, garantendo un maggiore controllo ambientale.

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