Cantone: non mi aspettavo la lettera del presidente a Patriciello

Cantone: "Ruoli confusi e solo chiacchiere"

"Si rischia la confusione dei ruoli governo e sindaci devono agire"
5 gennaio 2014 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

«LA LETTERA del presidente a don Patriciello? Onestamente non me l' aspettavo, ma la capisco. Ora però ci si domanda: il pallino quando torna, davvero, in mano alle istituzioni?». La voce di Raffaele Cantone è una di quelle che sa uscire dal coro.
CONCRETEZZA nelle risposte istituzionali. E rispetto e sobrietà nell' accostarsi al dramma di famiglie che sentono il loro futuro, e la salute, ormai sotto minaccia. Raffaele Cantone, già pm antimafia finito sotto scorta per le ripetute minacce, oggi lavora in Cassazione. Ma non ha mai abbandonato la sua Giugliano, la "capitale" delle discariche inquinanti, quasi una città-simbolo delle battaglie perse dallo Stato sul tema rifiuti.
Dottor Cantone, l' anomalia di un territorio da anni abbandonato all' inquinamento non rischia di produrre anomalie a catena nella ripartizione dei ruoli e delle scelte? Lei è stato uno dei pochi, di recente, a denunciare i rischi di un approccio "emotivo" al tema Terra dei fuochi. Perché? «Purtroppo ne sono sempre più convinto. C' è un rischio di confusione e di rumore che non porta concretamente a nulla».
Una premessa per i distratti: lei non sta negando il dramma di Terra dei fuochi o di famiglie esposte a rischi. È così? «Non scherziamo. Io dico, da un lato, che per questi territori - che conosco bene perché vivoa Giugliano, come altri in altri comuni devastati dalle discariche legali e illegali - dobbiamo chiedere delle assunzioni di responsabilità in tempi accettabili: sulla zonizzazione dei terreni, sulle bonifiche, sullo smaltimento di 7 milioni di ecoballe. E poi aggiungo però, dall' altro lato, che dobbiamo essere cauti, nell' accostarci ad eventi dolorosissimi come la perdita o la malattia dei propri cari. Dico questo perché non ci sono ancora dati sicuri, c' è tra gli scienziati chi contesta un' equazione così netta tra l' interramento di rifiuti e l' insorgenza di patologie. Anche se è evidente che tanta popolazione è stata ed è esposta a rischi seri».
Lei se l' aspettava la lettera del presidente Napolitano a don Patriciello, in cui si promettono «misure compensative del danno subito dalle vittime» e si invita il parroco ad «aggiornare» il Quirinale su «esigenze della popolazione»? «Onestamente, no. Non me l' aspettavo. Ma credo che il presidente della Repubblica abbia voluto indirizzarla ad un soggetto che è diventato l' emblema del problema».
Ha capito perché don Patriciello si sentì contrariato da alcune sue riflessioni sull' attendibilità del pentito Schiavone, e la attaccò pubblicamente? «Non lo so, francamente. Ne ho preso atto, ma è un dettaglio».
È noto che già una settimana fa, dopo la trasmissione Servizio Pubblico dedicata al tema, un consigliere del Quirinale chiamò proprio don Patriciello chiedendo come mai si manifestasse tanto malcontento verso il presidente. Scrivendo al prete di Caivano, Napolitano intende dunque recuperare quei cittadini alla fiducia verso lo Stato e le istituzioni? «Penso di sì. La lettera del presidente fotografa una situazione che purtroppo, tra mancanze e perdita di tempo, si è consolidata nel tempo. E in questa fotografia, si badi, dobbiamo notare quello che si vede e quello che non si vede. Quello che c' è e si vede bene è un encomiabile attivismo di cittadini e di una Chiesa più presente e più protagonista. Quello che non c' è, è l' assunzione di risposte e di responsabilità concrete».
Fermiamoci sul protagonismo, anche meritorio, della Chiesa. Se Matteo Renzi, alla sua prima uscita pubblica da neo-segretario del Pd nel Sud, va in Curia e incontra il vescovo di Aversa, Spinillo, dieci giorni fa; Napolitano chiede di essere aggiornato da un prete: c' è un problema o no? Le istituzioni, gli enti e i partiti, sono a tal punto dissolti o poco credibili? «Il rischio di arrivare a questa conclusione c' è. Ma viene, come sappiamo, da cedimentie mancanze non adeguatamente misurate, che hanno eroso nel tempo questa credibilità. Ecco perché, mai come in questo momento, c' è bisogno che le istituzioni riprendano in mano il pallino delle decisioni».
Insomma: si passa dal grande silenzio di prima alla eccellente solidarietà di oggi, senza che si siano compiuti passi avanti? «Sì. Ora dobbiamo andare oltre la sacrosanta solidarietà. Ed enti locali e governo devono riprendersi la centralità di sceltee di tempie devono magari dirci: quando e come si attiveranno le bonifiche, cosa fare delle ecoballe, e come intendono controllare le zone tuttora esposte a rischi. Il fenomeno della combustione dei rifiuti è solo ridotto, ma continua. Così come continua l' interramento dei rifiuti. E poi va detta un' altra amara verità: il tema doloroso di Terra dei Fuochi ormai copre un dato sconfortante. E cioè che sul ciclo dei rifiuti in Campania, siamo fermi a 5 anni fa, nulla si è mosso. Ci ricordiamo la lettera di intenti inviataa Bruxellese firmata dall' allora ministro Clini ce dai nostri enti locali. Nulla di quello che c' era scritto è stato realizzato».

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