Il prof di Agraria Fagnano: «Contaminazione ai livelli delle aree urbanizzate»

«Ecco i terreni non inquinati»

Lo studio: «Terra dei fuochi come la Pianura padana»
Ecco lo studio dell'università Federico II sui terreni agnco «Lmquinamento è ai livelli tipici delle aree urbanizzate»
Il progetto «Ecoremed» Controlli su agro aversano e litorale domizio, i campioni prelevati da 2.000 punti diversi
Il prof di Agraria Massimo Fagnano: «Non sono negazionista, ma qui fenomeni inferiori al contesto europeo»
29 dicembre 2013 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

 

La Terra dei fuochi «non è diversa dalla Pianura padana». Lo spiegano i ricercatori — tra cui Massimo Fagnano, docente di Ecologia Agraria presso il dipartimento di Agraria della Federico II — che stanno realizzando lo studio Ecoremed finalizzato al monitoraggio degli inquinanti nei suoli e nelle acque ed alla progettazione di interventi di bonifica tramite piante e batteri capaci di digerire i veleni. Terra dei fuochi è inquinata in alcuni punti ma è ben lungi dall'essere una landa completamente avvelenata.
NAPOLI — La Terra dei fuochi, osservata con gli occhi dei ricercatori che stanno realizzando lo studio Ecoremed — finalizzato al monitoraggio degli inquinanti nei suoli e nelle acque ed alla progettazione di interventi di bonifica tramite piante e batteri capaci di digerire i veleni — «non è diversa dalla Pianura padana». È inquinata in alcuni punti, indubbiamente, ma è ben lungi dall'essere una landa completamente avvelenata, dove non esisterebbe coltivazione immune da sostanze tossiche. Massimo Fagnano, docente di Ecologia Agraria presso il dipartimento di Agraria della Federico II, è appunto uno di quei ricercatori e ieri è intervenuto all'assemblea promossa a Napoli dai parlamentari del Movimento 5 Stelle per discutere del decreto legge sulla Terra dei fuochi. «Non giudicatemi negazionista — ha premesso — perché so bene che i problemi esistono. Tuttavia, dai dati in nostro possesso ad oggi emerge che l'inquinamento dell'intero agro aversano-litorale domizio è perfettamente all'intemo dei livelli tipici, purtroppo, delle pianure urbanizzate».
Il progetto Ecoremed parte da un monitoraggio capillare dei suoli agricoli dell'agro aversano: 2.000 punti di prelievo, su una superficie totale di 1.500 chilometri quadrati. Recentemente il gruppo dei professori Benedetto De Vivo e Lorenzo Boccia ha pubblicato le prime mappe di distribuzione degli inquinanti. Riguardano, in particolare, i metalli potenzialmente tossici. Successivamente saranno rese note anche le tabelle relative agli idrocarburi policiclici aromatici ed ai policlorobifenili. «Un ulteriore approfondimento prevederà lo studio della frazione biodisponibile dei metalli presenti nei suoli, in quanto è proprio questa trazione quella realmente pericolosa per l'ambiente e per la salute», sottolinea il professore Fagnano. «Solo essa può infatti essere trasportata nelle falde, assorbita dalle radici ed accumulata nei prodotti vegetali». I dati, dunque. Non sono emersi campioni con valori di nichel e selenio superiori alle soglie di legge. Una percentuale molto bassa ha superato i limiti di legge per quanto riguarda cobalto (0.1%), mercurio (0.2%), cadmio (0.3%), antimonio (0.3%), cromo (1.3%), arsenico (3.4%). «Ð fenomeno — spiega Pagnano — è decisamente inferiore rispetto al contesto nazionale ed europeo». Per berillio, vanadio e stagno emerge invece un diffuso superamento delle soglie indicate dal decreto legislativo 152 del 2006, ma vanno fatte alcune precisazioni. Al netto del valore di fondo naturale che deriva dalla natura geologica dei suoli, si notano sforamenti attribuibili ad inquinamento antropico nell'ii.2% per lo stagno e nello 0.7% dei campioni per il berillio. Nessun campione supera il livello di fondo naturale per il vanadio. Il tallio sfora i limiti di legge in percentuali molto elevate dei campioni. Parte di quei superamenti, secondo i ricercatori, in partico lare nell'area più vicina al Vesuvio ed al Roccamonfina, potrebbero dipendere dall'origine vulcanica di questo minerale.
Il 6,1% dei campioni di suolo agricolo è oltre la soglia per quanto concerne lo zinco. Sforamenti frequenti(5.7% del totale dei prelievi) per il piombo. «Sono distribuiti in tutta l'area — rilevano gli autori dell'indagine — e attribuibili all'accumulo derivato dalla benzina super negli anni scorsi. Anche in questo caso l'inquinamento riscontrato nell'agro aversano non si discosta da quello tipico delle aree urbanizzate d'Italia e di Europa». Il rame è il minerale che presenta il maggior numero di campioni (13%) con valori superiori ai limiti di legge. «Possono essere attribuiti anche all'uso di antiparassitari (verderame)». Nel corso dello studio sono state elaborate anche le mappe relative alla presenza di sostanze potenzialmente dannose nella falda acquifera. Redatte, però, sulla base di dati pre- esistenti (dal 2004 al 2009) e non di campionamenti recenti come per i terreni. Emerge il problema della contaminazione da nitrati, in particolare nella piana del Garigliano. Sono sostanze rilasciate soprattutto dall'uso di fitofannaci per l'agricoltura, mentre i superamenti relativi ai fluoruri potrebbero derivare soprattutto dalla natura vulcanica dei suoli.
Vaste zone presentano una contaminazione da arsenico. Nei Campi Flegrei è di probabile origine naturale, altrove la causa va verificata. Discorso analogo per i superamenti di ferro e manganese «per il settore a cavallo del fiume Voltumo e neU'acerrano dipendono da cause naturali». Altrove, dicono gli studiosi, «la situazione dovrà essere attentamente valutata».

Powered by PhPeace 2.6.4